“I vescovi non rompano le palle”. Salvini come Cavour 2015

"I vescovi non rompano le palle". Salvini come Cavour.2015
Matteo Salvini aggiorna il principio di Cavour (“Libera Chiesa in libero Stato”) al 2015: “I vescovi nonrompano le palle”

ROMA – “Libera Chiesa in libero Stato, i vescovi non rompano le palle ai sindaci”: versione Ferragosto 2015 a cura di Matteo Salvini, segretario della Lega, del principio enunciato 150 anni fa da Camillo Benso di Cavour, principale artefice della Italia unita nel suo primo discorso al Parlamento a Torino, il 17 mrzo 1861.

Matteo Salvini non si accontenta però di inserirsi nel filone laico e liberare della

“Ecclesia libera in libera patria”.

Vuole anche invadere il campo dei grandi agitatori di massa e, uscendo dai confini della Padania, si appresta a una prova di forza nazionale. Alberto Marzocchi lo ha immortalato per Repubblica Tv mentre enunciava il salto di qualità della Lega:

“Blocchiamo l’Italia per tre giorni per mandare a casa il governo”.

Elabora Alberto Marzocchi:

“Niente consumi, niente lavoro e manifestazioni di piazza. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha lanciato dal palco di Ponte di Legno (Brescia) tre giorni (il 6-7-8 novembre 2015) di disobbedienza civile in cui invita i cittadini italiani a “non pagare più nulla, non consumare, non lavorare” col fine di “mandare a casa questo governo””.

Il linguaggio di Salvini è colorito per strappare l’applauso alla sua platea di padani più o meno di improbabile origine celtica ma il principio rimane quello. Che l’Italia non sia poi riuscita a metterlo in pratica è una delle cause della nostra debolezza presente. Le ingerenze continuano e il caso dell’attacco al Governo da parte di mons. Nunzio Galantino, direttore della Cei, a nome dei vescovi italiani, è un fatto di cronaca.

Le parole di Matteo Salvini su Chiesa e Stato sono state raccolte da Matteo Pucciarelli per Repubblica in una cronacaonesta e completa, come da attendersi da Pucciarelli. Allarma il tono di sufficienza di Pucciarelli, che cade, come sempre la sinistra e spesso anche il suo giornale, Repubblica, nella confusione ideologica bollando per sbagliate le cose dette da un avversario solo perché avversario.

I problemi che Salvini cavalca ci sono e la migrazione di voti ex comunisti verso la Lega nasce proprio dalla sordità delle mutazioni del Pci, oggi Pd, a adeguarsi al cambiamento delle cose.

Come puntualmente riferisce Matteo Pucciarelli, il tema centrale di Matteo Salvini,

“in versione iperlaica, è sempre lo stesso: i migranti. “Alcuni prelati con le tasche piene dovrebbero candidarsi con Vendola e i clandestini se li prendessero in seminario”, aggiunge.

Il numero magico di Salvini è 80mila. Che sono i profughi a cui l’Italia dà assistenza, ma che sono pure gli esodati della Fornero. Il leader della Lega mette i due 80mila in contrapposizione: “Quei soldi diamoli prima ai nostri esodati”.

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