Il giornalista che “conta”

“Il giornalista che “conta” deve essere di sinistra, ma non vetero. Radical aperto al “bio”, molto social e presenzialista. Parla sempre per ultimo, perché ha ragione e la sua opinione è cool. Critica tutti, ma proprio tutti. Ma poi alla fine un po’ di ragione la trova sempre. In tutti. È tutto un lol, un troll, i cantautori del passato sono superati, rivaluta l’indie e l’electro punk, ma l’ultimo disco dei Baustelle fa schifo. Il miglior libro è quello che ha scritto lui e Wallace è il migliore (anche se non l’ha mai letto). Possiede almeno 4 blog inutili e legge i quotidiani solo sull’ipad. E se non sei suo amico non sei nessuno”.

Valeria Calicchio, giornalista precaria, 22 gennaio 2013

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