“Ecco, ecco: se proprio posso provare ad andare e poi spiegarmeli – tutti questi, i vengo e ti spiego – non si può certo prescindere dalla loro solennità etica, dalle loro scuole – tutte giuste – e certamente anche della loro santità perché dote prima di ogni vengo e ti spiego è il carisma auto-proclamato in innesto di fruttuoso marketing come […] il rinnovo del consiglio regionale della Sardegna dove Michela Murgia, vengospieghista coi fiocchi, si fa immacolatina savianella com’è di indignazione veritativa, vigilanza democratica e tutela del corpo delle donne, oplà, fatta santuzza subito per come piace alla gente che piace.
I vengo e ti spiego, saccenti senza fondamento, sono quelli della leadership liquida il cui bagno di folla è il vicinato e la cui eco è affidata a un videomaker che cuoce e mangia il film nel postatutto della rete e si capisce allora che uno come Pippo Civati, laurea in civiltà rinascimentale, addottorato in umanesimo e chissà quale altra specializzazione massmediologica, può – per faccia e ciuffo, giusto assai in carisma e santità – fare indifferentemente il segretario del Pd oppure il portavoce dei TQ (se solo ci fossero ancora i Trenta-Quarantenni della letteratura, tutti piccoli leader con piccoli popoli al seguito). E si capisce tutto il vengospieghismo del Pippo di cui sopra da un ben preciso lapsus. Disse: “Anche io, come Matteo Renzi, ho i miei bagni di folla”. […]
Sono dunque – i vengo e ti spiego – quelli che hanno una parola definitiva per tutti. Hanno la parlantina giudicante e siccome non c’è ambientuccio più insopportabile di quello letterario, i vengo e ti spiego che stanno bivaccando adesso a Mantova, al Festival degli acculturati, non se la cantano e se la suonano tra di loro, no, ma fanno didattica e pedagogia al fine della redenzione umana come se veramente intorno a loro ci fosse il santo casino creativo del mettersi in discussione. Mai e poi mai, infatti, c’è uno scatto di curiosità, di sforzo critico o di fatica intellettuale per cui tutto il canovaccio è regime, sfilata e riconferma della solita comitiva per cui a Roberto Saviano – che è il Paolo Becchi del ceto medio riflessivo, il Rodotà-tà-tà dei wine bar, il Gianroberto Casaleggio dei nerd – segue a ruota la processione del pensiero unico che qui, in Italia, viene, spiega e condanna perché mai come oggi il confine tra il bene e il male è stato così chiaro (metti che Bruno Vespa butti ancora l’occhio sul décolleté di Silvia Avallone, come al Campiello, anni fa, quando la Murgia, un vero mito, partì all’assalto del maschio vendicando la millenaria attesa del riscatto femminile)”.
Pietrangelo Buttafuoco, “Quelli che vengo e ti spiego”, Il Foglio, 7 settembre 2013