ROMA – Piero Pelù sul palco del concerto del primo maggio a piazza San Giovanni, Roma, attacca duramente Matteo Renzi. Lo definisce il “boy scout di Licio Gelli”, il “non eletto” che non ha capito, a suo dire, i veri problemi del Paese. A cominciare dalla disoccupazione.
“Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”, ha attaccato il rocker fiorentino. “Il non eletto, ovvero sia il boyscout di Licio Gelli – ha continuato Pelù – deve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”.
Pelù si scaglia anche contro la guerra “gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi”.
Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro”.
“Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me – ha ironizzato Pelù – e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato ‘hai detto tutto bene'”.
(Foto LaPresse)
I commenti sono chiusi.