“Matteo, non fare il guascone” esorta Matteo Renzi un quasi omonimo, Matteo Orfini, anche lui del Pd anche se di radici un po’ più rosse.
L’auspicio di Matteo Orfini è stato raccolto dalla Stampa di Torino e captato da Francesco Merlo che l’ha messo in orbita su Repubblica e subito è stato ripreso da più parti, a cominciare da Pippo Civati che l’ha citato nel suo sito.
Il Messaggero di Roma ha intervistato, con Diodato Pirone, Matteo Orfini, che ha elaborato ulteriormente.
Ha scritto Diodato Pirone:
“Alla Stampa Orfini spiega come il segretario del Pd non debba ”fare il guascone”, mentre Fassina, aggiunge, ”penso abbia sbagliato: non ho capito né le dimissioni né la sua posizione sul rimpasto”. Per Orfini, ”dovremmo ripartire dal senso di comunità che è alla base di un partito e che oggi, di fronte al malore di Bersani che ci fa tutti preoccupare, è più facile da sentire. E ripartire da lì è prima di tutto una responsabilità del segretario: capisco che Renzi voglia rimanere ribelle, ma ora basta atteggiamenti provocatori”.
“Secondo Orfini, infatti,
”è giusto che non si facciano guerriglie interne, ma è pure importante che il segretario ascolti anche chi non lo ha votato”.
Matteo Orfini ha detto ancora al Messaggero:
”A Renzi dico che se fa il segretario del partito deve evitare guasconate e rappresentare anche chi non lo ha votato. A Fassina dico che la sua mossa si spiega in un’ottica di dibattito interno ma che invece in questo momento quello che conta è come il Pd incide sull’azione del governo”.