Berlusconi sul ring di Servizio Pubblico con Michele Santoro“Ieri Berlusconi ha stravinto il suo match. Lo si era già capito quando Santoro si è messo a invocare il rispetto delle regole e l’ospite ha beffardamente chiesto: quali? […]
I duellanti si sono potuti incontrare perché quella lunga fase appariva finita. Fino all’inizio della trasmissione Santoro sembrava riconsegnato alla sua figura di giornalista coraggioso e anti-potere ma, come lui stesso ha avvertito nel prologo, «non ci sono tori e toreri, non tocca a noi ammazzare il toro». Sottinteso: non spetta più a me, io sono un giornalista, ora tocca a voi, agli elettori, ai partiti, alla politica. E Berlusconi non aveva nulla dell’autocrate che firmò l’editto bulgaro, più che il Caimano appariva un ex governante bollito a caccia di voti. Con una sua pasoliniana disperata vitalità: il vero motivo dell’oscuro, inconfessabile sussulto di simpatia che sta suscitando perfino in chi l’ha sempre detestato.
A trasmissione finita, invece, bisogna ammettere che ancora una volta Berlusconi è riuscito a raggiungere il suo scopo. Tra una battuta, un sorriso, una bufala, l’eloquio ipnotico, oppiaceo, la faccia da tolla inarrivabile («Lei affiderebbe le sue aziende a un manager fallito e ultra-settantenne?», chiede Santoro all’inizio, la migliore domanda della serata. Risposta da urlo: «Se si chiamasse Silvio Berlusconi certamente sì»), il Cavaliere ha riconquistato il centro del ring”.
Marco Damilano, “Non fatevi infinocchiare”, sul suo blog Lost in Politics, 11 gennaio 2013
I commenti sono chiusi.