Leoni allevati per cacciarli e ucciderli in Sudafrica, le ossa vendute in Asia Leoni allevati per cacciarli e ucciderli in Sudafrica, le ossa vendute in Asia

Leoni allevati per cacciarli e ucciderli in Sudafrica, le ossa vendute in Asia

Leoni allevati per cacciarli e ucciderli in Sudafrica, le ossa vendute in Asia
Leoni allevati per cacciarli e ucciderli in Sudafrica, le ossa vendute in Asia

ROMA – In Sudafrica è una pratica legittima ma rischia di affossarne la fiorente industria del turismo: l’allevamento in cattività di leoni, tirati su al solo scopo di farne prede da cacciare e rivendere le ossa dei cadaveri nel sud est asiatico. Un orrore, specie per un paese che attira milioni di persone da tutto il mondo per la sua natura selvaggia abitata da fantastici animali allo stato brado. 

Il leone allevato è un business, ma cosa succederà quando lo si saprà a livello globale? Uno studio stima una perdita potenziale dell’ordine di una cinquantina di miliardi di dollari, con una diminuzione dei flussi turistici del 45%: in questo momento due diverse inchieste stanno facendo luce sulla sorte dei leoni, tra le sei e le ottomila unità rinchiuse in circa 300 ranch nell’ovest del grande Paese. 

Ci sono più leoni in cattività che leoni liberi. Negli anni ’90, per consentire ai ricchi turisti americani dei safari più sicuri, facilitati, cominciò la pratica dell’allevamento: del resto gli esemplari erano pochi, sull’orlo dell’estinzione. Allevarli fu la soluzione: fino a quando gli Usa dichiararono illegale l’ingresso delle spoglie dei felini come trofei di caccia (ma Trump ha da poco rimosso il bando). 

A quel punto è iniziato anche un altro business, illegale e orrendo: il commercio di ossa di leoni, ingrediente ricercatissimo nel sud est asiatico per guarnire cibi e dolci, magnificato da assurde illusioni sul loro potere terapeutico e afrodisiaco.                                                                                             

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