Orso M49 di nuovo in fuga: "Forza fuori dal comune". Si dimette capo Forestale Orso M49 di nuovo in fuga: "Forza fuori dal comune". Si dimette capo Forestale

Orso M49 di nuovo in fuga: “Forza fuori dal comune”. Si dimette il capo della Forestale

Si dimette il capo della Forestale, Romano Masè, dopo la nuova fuga dell’orso M49 dal Centro Castelet, a Trento. Gli ispettori dell’Ispra, inviati dal ministro Costa, effettuano un sopralluogo.

L’orso M49 è nuovamente scappato dal recinto del Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento. Ribattezzato Papillon, come il celebre evaso del film, si era reso già protagonista l’anno scorso di una prima fuga dalla stessa area.

Questa volta non ha scavalcato ma ha divelto la rete di ferro della “gabbia” in cui era rinchiuso dall’aprile scorso. Lo ha fatto nello stesso punto della scorsa volta

 Gli ispettori dell’Ispra, l’Istituto per la protezione dell’ambiente, hanno esaminato lo stato dei luoghi e ritengono che probabilmente M49 abbia fatto diversi tentativi prima di riuscire nel suo intento.

Per aprire la recinzione ha rotto diversi punti di saldatura tra i tondini della rete, di diametro 12 mm.

E’ successo di notte e nessuno se ne è accorto. Anche perché quel punto non è coperto dalle telecamere. Solo il mattino seguente, dal tracciamento del collare, si è capito che l’orso era uscito dal recinto.

Eppure la struttura doveva essere a prova di forzatura. “I tondini non sono affogati nel calcestruzzo – spiegano gli ispettori – caratteristica che presumibilmente ha contribuito a rendere meno difficoltosa la rottura della rete”.

“Pur considerando la mole dell’animale, che pesa più di 200 kg, la forza e la determinazione mostrate dal soggetto visionando il punto di rottura appaiono fuori dal comune”.

“Probabilmente – dicono i tecnici – M49 ha fatto diversi tentativi prima di riuscire a fuggire dal recinto”.

“Sono stati rotti diversi punti di saldatura tra i tondini e analoghi danneggiamenti sono stati rilevati in altri due punti della recinzione, dove sono stati osservati tondini in parte staccati, facendo presumere che l’esemplare abbia tentato di aprire la recinzione in vari punti prima di riuscire a creare l’apertura che ne ha permesso la fuga”.

La lettera di dimissioni del capo della forestale

Intanto arrivano le prime ripercussioni in Provincia a Trento dopo la nuova fuga.

Il dirigente generale del dipartimento Foreste e Agricoltura e responsabile del Corpo forestale provinciale, Romano Masè, ha rimesso il mandato. Il dirigente ha spiegato le motivazioni della sua decisione in una lunga lettera.

“Pur consapevole del fatto che la struttura tecnica che rientra nell’ambito delle mie competenze ha messo in campo, con impegno e competenza, ogni azione che poteva essere considerata ragionevolmente necessaria – scrive Masè – a fronte anche delle esperienze fin qui messe in campo a livello internazionale, ritengo doverosa da parte mia, anche a loro tutela, un’assunzione di responsabilità connessa al mio ruolo”.

“Lo ritengo, lo ripeto – aggiunge il capo dei forestali – non un’assunzione di colpe che, in tutta onestà, non intravedo, bensì un segno di responsabilità e di attaccamento alla mia terra e all’amministrazione che ho avuto l’onore di servire in tanti anni di professione”.

“Lo faccio, in modo particolare, per i miei uomini, per la mia squadra, per la struttura forestale, per tutti i collaboratori che non voglio vengano ancora una volta trascinati in polemiche, in strumentalizzazioni, in accuse che infangano la loro competenza ed il loro lavoro quotidiano”.

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti parla di “una scelta difficile che va anzitutto rispettata, perché l’impegno e la dedizione del dottor Masè merita rispetto e ringraziamento”.

“E’ una scelta che denota un profondo senso di lealtà nei confronti delle istituzioni”.

L’orso fuggitivo, fanno sapere i forestali, “si trova ancora sulla Marzola, montagna che sovrasta Trento, nella medesima zona in cui era stato localizzato ieri.

Gli appelli degli animalisti

Il fronte animalista insiste nel chiedere lo stop ad ogni tentativo di cattura. “La seconda fuga di M49 non deve essere fermata da una nuova reclusione al Casteller”, scrivono le associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf al presidente Fugatti.

“L’orso non si è mai reso responsabile di alcuna aggressione all’uomo, ha solamente cercato cibo dove questo era disponibile e non adeguatamente custodito”.

“Un comportamento del tutto normale che però è stato sufficiente per bollarlo come orso dannoso e quindi problematico offrendo il pretesto alla Provincia di Trento per catturarlo e rinchiuderlo in un recinto del tutto inadeguato e gravemente lesivo della sua etologia”.

Dal presidente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, l’appello finale: “Scongiurare decisioni avventate” sul destino di M49. Grazie al radiocollare “lo si può controllare e seguire nei suoi spostamenti”. (Fonte: Ansa).

Gestione cookie