ROMA – Un patentino e sanzioni per i padroni di pitbull. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Questa la richiesta dell’associazione animalista Aidaa dopo i quattro episodi di aggressioni da parte di questi cani in appena tre giorni segnalate a Palermo, Firenze e Lanzo in Piemonte.
Quattro aggressioni in pochi giorni che vedono protagonisti, spesso loro malgrado i pitbull sono davvero tante, ma sopratutto rileggendo a posteriori la ricostruzione dei fatti in tutte e quattro si evince spesso l’incuria con cui questi cani vengono gestiti spesso da persone non esperte. Palermo, Firenze e Lanzo in Piemonte sono però solo la punta dell’iceberg che potrebbe essere destinato ad aumentare tenendo conto che in questo periodo i pitbull (e gli altri molossi) sono “cani alla moda”.
Innanzitutto vediamo i numeri: in Italia oggi sono in circolazione circa 600.000 pitbull (da non confondere con altri molossi simili) con un incremento di almeno il 20% nel corso del periodo 2018-2018 e molto spesso questi cani vengono affidati a giovani inesperti che li portano con loro senza alcuna preparazione e sopratutto senza rendersi conto della forza fisica e caratteriale di questi cani.
Il primo effetto di questa “moda” sono appunto le situazioni di rischio e le aggressioni che avvengono in maniera sistematica, non tanto e non certo per colpa dei cani ma perché spesso sono portati senza le dovute precauzioni se non spesso lasciati viaggiare liberi (senza guinzaglio ne museruola) rischiando che gli incontri sbagliati possano trasformarsi in tragedia, vi sono poi quelle che sono chiamate le aggressioni inspiegabili come quella di Palermo dove secondo il padrone del cane la ragazza sarebbe stata aggredita al braccio senza alcun motivo plausibile.
Da inizio anno si contano oltre 100 aggressioni tra più o meno gravi ma in almeno ottanta casi a rileggere quello che sono le dinamiche ci si rende conto che dietro i fatti spesso ci stanno padroni incompetenti. Il secondo effetto è dettato dall’aumento spropositato di pitbull rinchiusi in canile, sono 4.500 i pitbull rinchiusi nei canili italiani, di cui solo una piccola parte in seguito a sequestri cautelativi a causa di aggressioni o per altre cause (combattimenti, cani usati per fare la guardia a fortini della droga o altri simili situazioni) mentre oltre il 75% dei pitbull sta in canile perché abbandonata o portati li dai proprietari che dichiarano di aver paura o di non saperli gestire.
Da qui la necessità di intervenire in maniera seria e rapida, non tanto con atti punitivi nei confronti dei cani che fanno il loro mestiere ma dei padroni con una legge di tutela. “La nostra proposta prevede due percorsi paralleli- dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- innanzitutto l’introduzione dell’obbligo del patentino o per lo meno di un registro dove risultino registrati tutti i proprietari dei pitbull e dove si attesti che i singoli proprietari siano adeguatamente preparati per la loro gestione, inoltre riteniamo necessaria una legge che permetta un maggiore intervento e un maggiore ruolo dei veterinari pubblici e privati che devono poter avere le mani libere di intervenire nei percorsi di educazione e rieducazione dei pitbull con la creazione di centri pubblici regionali di rieducazioni e riaffidamento dei cani ma sopratutto il divieto sancito per legge di possedere altri cani molossi per chi ha dimostrato di non essere in grado di gestirli”.