Una ecografia per scrutare i ‘cavi nervosi’ del corpo

ROMA – Una semplice ecografia può aiutare a scovare le malattie del sistema nervoso periferico, come la sindrome del tunnel carpale, per una corretta diagnosi e anche per monitorare nel tempo l’effetto delle cure. In pratica il sistema nervoso periferico è come l’insieme di cavi e cannule che portano la corrente a tutto l’appartamento a partire dalla centralina. L’ecografia permette di vedere i nervi lesionati, riconoscere il tipo di lesione, come una lente puntata sul danno. In pratica l’ecografia è come un fantasioso occhiale a raggi x che permette di vedere dentro i muri dell’appartamento la situazione dei cavi elettrici.

La dimostrazione arriva da uno studio condotto da luca padua del dipartimento di neuroscienze dell’università cattolica del sacro cuore – policlinico a. Gemelli di roma e dal professor carlo martinoli radiologo dell’università di genova, e pubblicato sulla rivista european journal of neurology. Le malattie del sistema nervoso periferico sono molto frequenti, anche nei giovani, si tratta ad esempio della sindrome del tunnel carpale – in pratica lo schiacciamento dei nervi del polso – o dell’intrappolamento del nervo ulnare nel gomito, ma anche di patologie gravemente invalidanti e interessanti i giovani come le lesioni del plesso brachiale e di altri nervi dovute a traumi della strada ed in particolare ad incidenti da moto. Ma ci sono anche, spiega il dottor padua, malattie rare come le neuropatie autoimmuni, dovute cioè a danni causati ai nervi dal sistema immunitario del paziente che va “in tilt” e attacca il proprio corpo. Ma non è finita, patologie diagnosticabili con l’ecografia sono anche il “neuroma di morton” (un ingrossamento di un nervo del piede che provoca violenti dolori al piede con sensazione di scosse elettriche ad una o più dita). Ad oggi la pratica clinica usata per diagnosi e il monitoraggio di queste malattie si avvale di un unico esame strumentale, spiega l’esperto della cattolica, l’elettromiografia, ovvero una valutazione elettrica dei nervi, cioè proprio come fa l’elettricista usando il tester, il medico valuta la salute e l’integrità dei nervi valutando la loro capacità di conduzione della corrente. Ma non di rado con queste malattie si può incorrere in difficoltà ed errori diagnostici che ritardano l’avvio di una corretta terapia o intervento, a danno del paziente. “Noi abbiamo dimostrato che aggiungendo all’elettromiografia una ecografia nel 40% dei casi si migliora la diagnosi e quindi anche la terapia assegnata al paziente”.

Lo studio che ha permesso di dimostrare il vantaggio di usare un esame ecografico ha coinvolto 130 pazienti che presentavano un sospetto clinico di lesione di un nervo periferico. “Con l’ecografia – spiega il dottor padua – possiamo vedere direttamente i nervi del paziente, stabilire se sono ingrossati, gonfi, con una struttura alterata, compressi, colpiti da un tumore, tagliati. Vediamo anche la struttura interna dei nervi, ovvero l’equivalente dei fili di rame che corrono all’interno di un cavo elettrico”. Usando solo l’elettromiorgafia, invece, è molto frequente incorrere in una diagnosi se non scorretta quantomeno incompleta perché questo esame non consente di identificare la causa, e non sempre fa vedere bene la sede del danno.

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