La definizione di un profilo nutrizionale generale per gli alimenti “è un’idea priva di fondamento e lo dimostra anche la letteratura scientifica”. E’ questo il commento del nutrizionista Carlo Cannella sulla proposta, discussa al Parlamento europeo, che vedrebbe coinvolti la grande maggioranza degli alimenti, tra cui la Nutella.
Secondo la proposta, fatta dalla Commissione europea, i limiti del profilo nutrizionale sarebbero non superiori a 10 grammi di zucchero, a quattro grammi di grassi saturi e a due milligrammi di sale per ogni 100 grammi di prodotto. Se queste soglie dovessero essere introdotte, non sarebbe più possibile pubblicizzare con dichiarazioni sulla salute o sulle sostanze nutritive numerosi prodotti della tradizione alimentare europea, dalla Nutella al pane nero tedesco.
Ma “non si può fare una selezione tra alimenti buoni e cattivi – ha affermato Cannella – perché sarebbe diseducativo per l’intera popolazione”. E poi “la Nutella fa bene”, ha aggiunto il nutrizionista, “ovviamente nelle giuste quantità”, che rientrerebbero nella “porzione tra i 20 e i 30 grammi, messa in commercio dalla stessa azienda” Ferrero.
L’approvazione della proposta avrebbe anche “una ricaduta mortificante su tutti i prodotti alimentari italiani”, ha inoltre detto Cannella, citando l’esempio di molti alimenti della cucina tradizionale italiana contenenti grandi quantità di sale, dal prosciutto al grana padano, fino al pecorino.
“E’ un approccio completamente sbagliato”, ha proseguito l’esperto, “che punirebbe molti dei prodotti italiani”, considerati da tutti peraltro “tra i più buoni e i più salutari”.
Quindi, per non rinunciare alla Nutella, il cui primo vasetto risale al 20 aprile 1964, basta regolarsi con le dosi, e se la Nutella fosse bandita dalle tavole italiane, ha concluso Cannella, “ci potrebbe essere una rivolta popolare”.