La dieta degli ominidi? A base di coccodrilli e tartarughe

Pubblicato il 1 Giugno 2010 - 20:04| Aggiornato il 3 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

C’erano anche coccodrilli, tartarughe e grandi pesci nella dieta dei nostri antichi progenitori. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dalla rivista Pnas, secondo cui proprio le proteine contenute in questi grandi animali hanno fatto sì che i primi ominidi potessero sviluppare cervelli più grandi ed evolversi in forme più intelligenti.

I ricercatori hanno ricostruito il ‘menu’ degli ominidi analizzando alcuni manufatti ritrovati nel nord del Kenya, nella Koobi Fora Formation, che risalgono a circa 2 milioni di anni fa e che venivano utilizzati per la macellazione. L’analisi dei resti animali trovati nella ‘macelleria’ ha rivelato la presenza di mammiferi, dagli impala ai più grandi ippopotami o rinoceronti, che di altre specie come coccodrilli, tartarughe e pesci-gatto, che però secondo l’articolo non venivano cacciati da vivi, ma solo mangiati una volta morti.

“Le risorse acquatiche come pesci, coccodrilli e tartarughe sono risorse importanti di acidi grassi polinsaturi a catena lunga – scrivono gli autori nelle conclusioni – critici per la crescita del cervello umano. Il fatto che gli ominidi fossero in grado di avere accesso a queste sostanze potrebbe aver stimolato l’evoluzione di cervelli più grandi negli ominidi del tardo Pliocene”.

La ricerca conferma un modello già teorizzato, spiega Giorgio Manzi, paleoantropologo dell’università Sapienza di Roma: “Già da alcuni anni si era ipotizzato che che un cambiamento del regime alimentare avesse favorito l’evoluzione umana – afferma l’esperto – e questa ricerca ne è una prova. Proprio a partire da circa 2 milioni di anni fa gli ominidi, che prima avevano soltanto il bipedismo come tratto distintivo, hanno iniziato a sviluppare le funzioni encefaliche più complesse “.