Bertoldo 4 – Prosegue l’incontro con l’Arciduca

BERTOLDO: Controverso. Spesso comico. Non ti è mai accaduto, Signore, di assistere alla conferenza stampa di un Politico? Un Politico la concede quando vuol far conoscere al maggior numero di persone il proprio pensiero. La scena avviene più o meno così:

1 – Il Politico si schiarisce la voce e prova i microfoni. Ce ne sono parecchi, uno per ogni telecamera e per ogni radiogiornale. Manca sempre quello collegato con gli altoparlanti della sala, sicchè mentre in prima fila i cameramen sentono benissimo anche se non sono affatto interessati ai contenuti della conferenza, i giornalisti, dietro, oltre a non vedere non sentono niente, ove si eccettuino le risate dei cameramen che mentre il Politico comunica si raccontano storielle spinte;

2 – Il Politico si alza e promette di essere breve: “Tutto il tempo che mi resterà a disposizione lo concedo a voi per le domande, che voglio siano senza riguardi, severe, spietate”. In cuor suo spera che le domande siano servili e capaci di procurargli un bel titolo sui giornali;

3 – Il Politico attacca sorridendo con il preambolo, che non dovrebbe superare i cinque minutie invece ne dura quaranta per togliere ai giornalisti la possibilità di fare troppe domande. Conclude invitando “i cortesi rappresentanti dei mass media a mettermi sulla graticola”. Ride, lui solo, e nel pronunciare la patetica espressione incrocia non visto le dita per scongiurare la benevolenza del cielo;

4 – I giornalisti lo bombardano di domande. Correttezza e professionalità le vorrebbero brevi, per lasciare posto a tutti. In genere, quando si tratta di giornalisti anglosassoni sono secche, indiscrete, brutali. Quando si tratta di latini ogni domanda diventa una conferenza a sé, interrotta soltanto dalle grida dei colleghi che si sono prenotati;

5 – La conferenza finisce nel momento in cui il Politico si trova a mal partito. Allora si scusa e sempre badando a sorridere sostiene che il suo aereo sta per partire “e gli aerei ahimè non aspettano”. A passi veloci si dirige verso l’uscita, inseguito dai giornalisti più giovani e inesperti i quali sperano inutilmente di strappargli la risposta-rivelazione che non è venuta fuori in tutta la conferenza, e non verrà più.

ARCIDUCA: D’altronde, che ci vuoi fare? Le ideologie sono morte.

BERTOLDO: Forse soltanto malate.

ARCIDUCA: E se veramente sono morte?

BERTOLDO: C’è il rischio che qualcuno le resusciti.

ARCIDUCA: Qual è il tuo pensiero sulle guerre?

BERTOLDO: Un obiettore di coscienza morto in guerra è la prova più schiacciante che gli altri avevano torto.

ARCIDUCA: E sulle cosidette Guerre Sante o Jihad?

BERTOLDO: In quelle guerre gli eroi che muoiono vanno direttamente in paradiso. I vigliacchi vanno anche loro in paradiso, ma molto più tardi, quando muoiono di vecchiaia.

ARCIDUCA: E’ meglio essere un eroe morto o un vigliacco vivo?

BERTOLDO: Non so per te. Per me è buona la seconda.

ARCIDUCA: Per fortuna ci sono le Nazioni Unite…

BERTOLDO: … La copia conforme della vecchia Società delle Nazioni, famosa solo per i suoi tramezzini al caviale, i migliori di Ginevra. Quelli del Palazzo di Vetro di New York sono in verità più scadenti, a quanto si dice.

ARCIDUCA: Perché ce l’hai su con quella benemerita istituzione?

BERTOLDO: Perché non serve a nulla. Non a scongiurare le guerre, i massacri in massa, le prese di potere dei dittatori…

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