Coronavirus: 18 libri consigliati per la seconda settimana di domiciliari sanitari

Coronavirus: 18 libri consigliati per la seconda settimana di domiciliari sanitari
Coronavirus: 18 libri consigliati. Nella foto la copertina di Il destino di Roma, di Kyle Harper: come i germi contribuirono alla caduta dell’Impero

ROMA – E siccome siamo giustamente obbligati, per la seconda settimana di seguito, a non uscire di casa, per chi ama la lettura l’occasione è ghiotta.

Tra il serio ed il faceto abbiamo individuato alcune categorie di lettori e per ognuna consigliato tre libri; una scusa come un’altra per sentirsi tutti più vicini.

Mi raccomando però, se non sono già presenti nei vostri scaffali di casa, optate per il formato digitale: NON SI PUÒ USCIRE!!!!!!

Per la categoria “sono ansioso ma coraggioso” consigliamo: “Il destino di Roma” scritto da di Kyle Harper. Un saggio molto interessante, che vi porterà nella Roma imperiale, dentro alle variabili che contribuirono alla caduta dell’Impero: non ultimi virus e batteri devastanti.

Come il cacio sui maccheroni “L’amore ai tempi del colera” di G. García Márquez. La grande letteratura latinoamericana; Premio Nobel nel 1982, romanzo coinvolgente, scrittura perfetta: una particolare storia d’amore in un’epoca infestata dal colera.

Se l’ansia non ha prevalso sul coraggio, in chiusura di questo primo trittico di consigli letterari, vi segnaliamo “Ansia” di Joseph LeDoux.

Un saggio corposo, non facile, ma che aiuta a capire, e magari anche a governare, una delle patologie più diffuse dei nostri tempi.

Se invece fate parte della categoria “ma come scrivono bene gli americani” allora non abbiamo dubbi: “Luce d’agosto”, di William Faulkner, Adelphi.

Considerato un capolavoro della letteratura americana, è la storia di una ragazza incinta che, nell’America razzista dei primi anni del ‘900, si muove dall’Alabama verso il Mississippi alla ricerca del padre di suo figlio.

Libro faticoso che richiede pazienza e lentezza, ma una volta entrati nei suoi ingranaggi può regalare grandi soddisfazioni.

Poi Philip Roth, con “Pastorale americana”. Autore molto discusso, con questo romanzo Roth vinse il Premio Pulitzer per la narrativa nel 1998.

È la narrazione delle vicende di una famiglia borghese americana ai tempi della Guerra del Vietnam, la caduta del sogno americano, un affresco impietoso di una società e della sua disgregazione.

L’ultimo suggerimento per questa categoria è “Corri, coniglio” di John Updike. Ovvero la fuga dalle responsabilità di un uomo, marito e padre, che si rifiuta di crescere.

Spaccato della provincia americana negli anni ‘50 vi farà apprezzare uno dei più importanti scrittori del XX secolo.

Un’altra categoria, affascinante e sempre più affollata: “leggo solo classici”. Ovviamente c’è l’imbarazzo della scelta. Peschiamo a caso nel mucchio: “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas.

Un classicone, un romanzo popolare ambientato nella Francia dell’800; il protagonista, Edmond Dantès, è vittima di un’ingiustizia: nel libro, la storia della sua rivincita portata a termine con l’aiuto del Conte di Montecristo.

Poi “Il circolo Pickwick” di Charles Dickens. Primo romanzo dello scrittore inglese.

Un classico che trasuda di età vittoriana, è il resoconto dei viaggi e delle avventure di un pugno di amici capitanati da Samuel Pickwick, fondatore dell’omonimo circolo.

Tra il 1836 ed il 1837 spopolò in tutta l’Inghilterra, un gran successo.

Infine, un russo non può mai mancare. Leggetevi Boris Pasternak, “Il Dottor Zivago”, e visto che ci siete vedetevi anche l’omonimo film del 1965: regia di David Lean con Omar Sharif e Julie Christie.

Pausa, mi vado a lavare le mani… …fatto, riprendiamo.

Per chi sente di appartenere invece alla categoria “se non piango non mi diverto” per voi tre titoli che vi prosciugheranno.

Il primo: “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon. Protagonista un adolescente che soffre di autismo intento a risolvere il mistero del cane Wellington, trovato cadavere nel giardino della vicina.

Il secondo: “Le ceneri di Angela” di Frank McCourt. Se leggerete questo libro sarete catapultati in Irlanda, negli anni tra le due guerre mondiali, storia di un’infanzia infelice in una famiglia poverissima; la miseria, il dramma sociale e la voglia di riscatto.

Terza dritta: “Follia” di Patrick McGrath. Un libro intenso, l’amore come follia.

È la storia drammatica di un caso clinico, la relazione tra una donna, moglie di uno psichiatra di un manicomio criminale, ed un artista detenuto per aver ucciso la coniuge.

Adesso tocca ad una categoria particolare: “giacca di velluto con le toppe sui gomiti”.

Ne fanno parte quella tipologia di lettori involontariamente snob, in cerca di libri esclusivi, che poi te li raccontano non per vanto, ma perché amano veramente la letteratura.

Si comincia con “Boscomatto” di Ádám Bodor.

Un romanzo veramente peculiare che racconta lo scorrere della vita in un immaginario paesino di valle, un luogo non luogo, dove si alternano stranezze di ogni tipo e personaggi bislacchi, in un intreccio di storie grottesche e visionarie.

A seguire “Oblio” di David Foster Wallace. Una raccolta di otto racconti, un libro non per tutti, difficile, tosto.

Dentro ci sono molte tematiche, ma a prevalere è il tentativo di raccontare il nostro tempo, le angosce, le nevrosi e le paure che ci affliggono.

Se poi non vi basta, allora gettatevi su “I mandarini” di Simone de Beauvoir. Un romanzo raffinato, profondo, ambientato nella Francia intellettuale del dopoguerra; storia dell’intellighenzia parigina che maturò tra speranze ed ideali a Saint Gèrmain des Prés.

Siamo arrivati all’ultima categoria di lettori, “lasciatemi cantare, sono un italiano”. Non potevamo omettere casa nostra.

Ecco un trio che non ha bisogno di descrizioni. In ordine:

“Quel pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda;

“Il nome della rosa” Umberto Eco, e, per finire,

Pier Polo Pasolini, “Una vita violenta”.

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