Gesù disse: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questo”. Il Vangelo di Marco (Mc 12,28-34) propone il tema, poi ripreso anche da Matteo, dell’amore verso il prossimo. Esso costituisce il punto più alto del suo insegnamento.
Paolo conferma (Rm 13,8-10). Secondo Gary Willis (What Paul Meant) le citazioni di Paolo sono le più autentiche di tutte, avendo appreso le parole di Gesù direttamente dai discepoli più vicini. Le sue Epistole sono state scritte fra il 50 e il 65 mentre il vangelo di Marco, il più antico di tutti, è ritenuto scritto dopo il 70.
Ha scritto Paolo: “Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.
Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso»”.
E Marco racconta:
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».