Gesù disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”, stabilì la separazione Stato-Chiesa

a cura di Sergio Carli
Pubblicato il 23 Giugno 2024 - 06:49
Gesù disse: "Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio", stabilì la separazione Stato-Chiesa

Gesù disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”, stabilì la separazione Stato-Chiesa

Gesù disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”, stabilì la separazione Stato-Chiesa, ci vollero quasi duemila anni prima che gli dessero retta.

(Mc 12,13-17) Gesù disse: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio”.

Gesù definisce, duemila anni fa, il principio della separazione fra Stato e Chiesa. Fino ad allora, e anche dopo se pensate al fatto che il re d’Inghilterra è anche capo della Chiesa anglicana, per non dire dell’Iran, dove la massima autorità è costituita dagli ayatollah,  ioè dai preti, potere politico e potere religioso erano spesso riuniti nella stessa persona.

E comunque il rapporto fra capi religiosi e capi politici è sempre stato stretto.  Così era per gli ebrei, così era per i romani: Giulio Cesare e anche suo nipote Ottaviano furono, prima di dittatore e principem pontefice massimo, carica che oggi è riservata al Papa.

Con l’avvento del cristianesimo come religione organizzata e strutturata, si è anche avviato il processo di separazione, con tutti i limiti portati dal potere temporale dei Papi. Impariamo a scuola che fu Camillo Cavour a elaborare la formula “libera Chiesa in libero Stato”. Dra più o meno 1860 dopo che lo disse Gesù.

Riferisce il vangelo (apocrifo) di Tommaso (100: “Mostrarono a Gesù una moneta d’oro e dissero: «Gli uomini di Cesare esigono da noi i tributi». Egli disse: «Date a Cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di Dio e date a me ciò che è mio»”.

E Marco, il cui Vangelo è ritenuto il più antico (dopo le citazioni di Paolo), scrisse (o chi per lui):
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. 
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».