Gianluca Grignani molestato a 10 anni, il racconto nel suo libro “La mia storia tra le dita”

Gianluca Grignani

Gianluca Grignani molestato quando aveva 10 anni. Il racconto degli abusi messi nero su bianco nell’autobiografia “La mia storia tra le dita”, in uscita mercoledì 22 settembre. Il successo a 23 anni, quella “Destinazione Paradiso” che valse 3 milioni di copie. Poi il risvolto della medaglia: l’euforia della notorietà e la vita da rock star catapultò l’artista  nella droga, nell’alcol e in storie mai vere ma con tante, tante donne. Prima il paradiso e poi l’inferno, da cui Grignani è riuscito a uscire. Oggi a 38 anni dopo il silenzio, i viaggi dentro e fuori sé stesso è riuscito a crearsi una vita normale con tre figli e una moglie bellissima, Francesca.

Grignani era tornato nelle hit parade a gennaio con l’album “Romantico Rock Show”, che in pochi mesi aveva venduto 50 mila copie, conquistando il disco d’oro. Da quest’ultimo lavoro tra pochi giorni verrà estratto il terzo singolo “Sei l’unica”. Ma la data più importante è mercoledì, quando vedremo la nuova versione di Gianluca, senza chitarra e microfono, ma  con carta e penna.

La sua autobiografia è una sorta di diario della coscienza che ripercorre le tappe più importanti della sua vita. Con un titolo che riprende uno dei suoi più grandi successi “La mia storia tra le dita”. Il cantautore in 120 pagine racconta tutto compresi gli abusi sessuali subiti da bambino: “Era il 1982, l’estate dei mondiali, facevo un corso di tennis con il Coni… Un ragazzino più grande mi aveva preso di mira, era omosessuale e pedofilo, ci provava con me e, dal momento che non ci stavo, mi picchiava”.  E ancora: “Si sedeva sopra di me e mi insultava perché non avevo un’erezione”. Tutto questo durò per oltre due settimane.

Grignani si svela, per maturità e soprattutto perché ha la coscienza che in quello che ha subito non c’è nessuna vergogna da provare. Per questo  racconta la sua esperienza convinto che di ragazzini molestati ce ne sono tanti e li incita a “denunciare le violenze”.  Lui comunque quel “malato” non lo ha dimenticato. “Mi ricordo chi sei, stai attento. Quello che hai fatto è in un libro”.

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