ROMA – Antonio Gramsci fu arrestato la notte dell’8 novembre 1926 a Roma dove viveva, in affitto, nella casa di due anziani coniugi, Giorgio e Clara Passarge e a quell’epoca i suoi rapporti con Palmiro Togliatti si erano già deteriorati. Francesco Perfetti, dalle pagine del Giornale, presenta il libro di Mauro Canali intitolato Il tradimento. Gramsci, Togliatti e la verità negata, un libro che ripercorre il rapporto tra Gramsi e Togliatti.
Scrive Perfetti:
Il dissenso di Gramsci nei confronti del partito trovò riscontro nel suo isolamento. I compagni incarcerati lo evitavano e lo guardavano con ostilità. Su questo punto c’è una testimonianza di Sandro Pertini che ricordò un episodio avvenuto in una fredda giornata invernale quando, dopo una nevicata, i carcerati si misero a tirare palle di neve.
Racconta Pertini: «una palla s’infranse sul muro al quale Gramsci si appoggiava, e ne uscì fuori un sasso. Io gli ero accanto e lo udii dire: “Avevano messo un sasso nella palla di neve per colpire me”». È un episodio più che eloquente sull’isolamento di Gramsci.Eppure, gli studiosi comunisti continuarono a ribadire, nel dopoguerra, l’esistenza di un rapporto organico fra Gramsci e il partito, fino al punto da sostenere che egli inoltrò la domanda di libertà condizionale seguendo le direttive dei vertici del partito. Canali dimostra, carte alla mano, che le cose andarono diversamente: non fu Gramsci a «rispettare le norme indicate dal partito », ma, fu, viceversa, «il partito a rincorrere l’iniziativa di Gramsci, per non farsi trovare spiazzato» da una decisione «presa in assoluta autonomia ».
C’era una logica nella negazione della verità. Era necessario occultare e rimuovere l’eterodossia di Gramsci per poter affermare, nell’Italia postfascista, l’esistenza di una linea di continuità Gramsci-Togliatti che consolidasse la rappresentazione mitica e unitaria della storia del Pci. Il regista di questa operazione fu lo stesso Togliatti che fece un uso strumentale, certo funzionale ai suoi disegni politici, degli scritti gramsciani, i Quaderni del carcere e le Lettere dal carcere , gestendone la pubblicazione destrutturata e mutilata.
Fu, in sostanza, come dimostra il libro di Canali, proprio Palmiro Togliatti, scaltro e intelligente, a operare il «tradimento » di Antonio Gramsci e del suo pensiero.
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