ROMA, 12 MAR – Quel giovane che gira l'America in autostop, che vuol essere libero e cerca la ''verita''': Sal Paradise, il narratore di 'Sulla strada', restera' per sempre, insieme al suo amico Dean Moriarty, il cui modello e' Neal Cassidy, il simbolo della beat generation e dell'anima, appunto on the road, di Jack Kerouac. A 90 anni dalla nascita dello scrittore in cui si sono identificate le nuove generazioni della gioventu' bruciata, quel romanzo resta ancora ''magico'' come lo aveva definito Fernanda Pivano, grazie alla quale venne pubblicato in Italia nel 1959, e il suo autore, diventato ormai un classico, continua ad avere un fascino che l'accademia non ha mai compreso. Famoso per i suoi begli occhi azzurri, alcolizzato, maledetto, Jean Louis de Kerouac, conosciuto come Jack Kerouac di origini franco-canadesi, proprio oggi avrebbe compiuto 90 anni. Era nato a Lowell il 12 marzo 1922 ed e' morto a 47 anni il 21 ottobre del 1969. Nella cittadina del Massachusetts delle sue origini aveva ambientato il suo primo romanzo 'The Town and the City', uscito nel 1950, l'anno in cui si e' anche sposato, ma aveva capito presto che la sua vita era un'altra, con lo zaino in spalla. Racconti e storie immaginarie erano stati i suoi compagni fin dall'infanzia.
Ai tempi del liceo si era distinto anche per le sue doti di sportivo grazie alle quali vinse una borsa di studio con cui si iscrisse alla Columbia University di New York, ma nonostante i buoni risultati abbandono' gli studi. Non era fatto per stare dietro a un tavolo. Lascio' tutto e si arruolo' nella marina mercantile e al ritorno comincio' la sua vita da vagabondo facendo tutte quelle esperienze che poi sarebbero confluite in 'On the road', finito nel 1951.
Un libro che gli sarebbe costato sei anni di rifiuti degli editori americani prima di essere pubblicato nel 1957 grazie al critico letterario Malcolm Cowley e diventare il manifesto della beat generation. In Italia ci sarebbero voluti altri due anni prima che uscisse per Mondadori nel 1959, nella traduzione di Magda de Cristofaro. Nei suoi 'Diari' la Pivano racconta come convinse Arnoldo e Alberto Mondadori a pubblicare 'Sulla strada', ad una delle loro feste private: '''Presidente, io ho un titolo che le farebbe guadagnare un mucchio di soldi'. Arnoldo aveva aggrottato le ciglia e aveva detto senza sorrisi: 'E come mai i miei direttori non l'hanno pubblicato?'.
I sorrisi li avevo fatti io, dicendo: 'Perche' a volte sono un po' distratti'''. Arnoldo Mondadori aveva preso poi di tasca uno dei suo notes, racconta la Pivano e le aveva chiesto: '''E come si chiama questo libro? Di chi e'?'. Sul notes aveva scritto Kerouac senza la O''. Cosi', ''nell'indice del libro aveva fatto stampare il nome senza la O. Se qualcuno ha ancora una copia di quei giorni si divertira' a vederlo'' dice la Pivano.
Piu' di cinquant'anni dopo, Kerouac e i suoi romanzi piu' famosi 'I sotterranei', 'Angeli di desolazione', 'I vagabondi del Dharma', 'Big Sur' sono entrati ormai in un Meridiano Mondadori insieme a un'ampia scelta di scritti, anche sulla beat generation. Anche il linguaggio di Kerouac, parlato, della strada, e' stato e resta un modello di scrittura diretta, immediata, lontana appunto dalle accademie, come era nello spirito beatnik.