Jazz, 55 schede di musicisti, firmate da Murakami Haruki e Wada Makoto Jazz, 55 schede di musicisti, firmate da Murakami Haruki e Wada Makoto

Jazz, 55 schede di musicisti, firmate da Murakami Haruki e Wada Makoto

Jazz, 55 schede di musicisti, firmate da Murakami Haruki e Wada Makoto
Jazz, 55 schede di musicisti, firmate da Murakami Haruki e Wada Makoto

ROMA – Prima di tutto iniziamo con il dire che questo “Ritratti in jazz” non è un romanzo – dimensione nella quale si muove ordinariamente Murakami – ma una raccolta di cinquantacinque schede, dedicate ad altrettanti musicisti jazz, più per ognuno i loro ritratti dipinti dall’artista Wada Makoto.
Nella bibliografia di Murakami Haruki questo libro non occupa un posto di primo piano; sono sicuramente altri che
hanno fatto conoscere ed apprezzare in tutto il mondo questo geniale scrittore giapponese. Tuttavia, ragioni
biografiche ed artistiche, la promuovono ugualmente al rango di lettura irrinunciabile per chi volesse ricostruire le
origini di alcune tematiche che ricorrono, con maggiore frequenza, nelle sue opere.

Un libro come questo non saprei in quale scaffale collocarlo: critica musicale? storia del jazz? arte? biografie?
letteratura di viaggio? – perché tutto sommato potrebbe essere anche questo – oppure è uno di quei prodotti
culturali che non possono essere confinati dentro un preciso genere? Probabilmente è proprio cosi’, e forse
anche lo stesso Murakami l’ha pensato in questa prospettiva, tenendolo lontano da categorie ed etichette.
Di certo c’e` che Murakami, prima di dedicarsi al mestiere dello scrittore, gestiva con la moglie un jazz bar a Tokyo;
che non sarebbe esagerato definirlo un intenditore dall’orecchio ben allenato e che soprattutto, come lui stesso
scrive nella postfazione del libro: ”per me la musica e` molto importante, da sempre, ma si puo` dire che di tutta la
musica, il jazz occupi una posizione partiolare”.
Quindi non e` <<solo>> un libro che parla di jazz, ma anche una sorta di <<confessione personale>>, bisbigliata tra
le parole utilizzate per tratteggiare vite e consigliare storiche incisioni di uomini e donne che ”sotto le stelle del
jazz” – come direbbe Paolo Conte – hanno affermato il loro talento per un genere musicale dai contenuti sociali e
politici mai sopiti.

Il libro non è composto da capitoli ma schede. Dentro ognuna, oltre allo scritto di Murakami, si trova la copertina
dell’Lp raccontato, ed il ritratto dipinto da Wada Makoto. Non va infatti dimenticato che la narrazione e` affidata
anche ai colori, e, tutto sommato, sulla carta patinata di queste pagine, mantengono tono e si fanno apprezzare.
”Nella vita di qualunque persona c’e` una <<giornata perduta>>.

Una giornata in cui sentiamo di <<aver superato un limite oltre il quale qualcosa dentro di noi è cambiato, e non torneremo mai più a essere quelli di prima>>.
Quel giorno, avevo camminato a lungo per la città […] Continuai ad avanzare lungo la stessa strada finché non
trovai quello che sembrava un jazz bar, aprii la porta ed entrai” (pagina 66) Così Murakami introduce ad esempio
Miles Davis, con una misura che non abbandona per tutto il libro, funzionale all’intreccio della sua autobiografia
con quella dei musicisti abbracciati: ti aspetteresti che a questo punto suggerisse ”Kind of blue” – incisione
capolavoro in assoluto – ed invece tira fuori dal cilindro ”Four & more” – niente da dire, per carita` – e` questo il
<<suo>> preferito di Miles.
Stessa cosa ad esempio per le due pagine dedicate a Bill Evans: “Anche Waltz for Debby , non mi piace ascoltarlo su
un Cd, ma su un vecchio Lp in vinile. Su un lato di quell’album, prima che inizi il terzo brano, ho l’abitudine di fare
un’interruzone: sollevo la puntina, respiro a fondo e mi dico che sta per cominciare l’autentico Waltz for Debby” (
pagina 48 ).
Non a caso in apertura dicevamo che questo libro e` tra quelli essenziali per approfondire o per avvicinare la
poetica murakaminiana.
Ma ovviamente non mancano, anzi abbondano, gli accenti piu` specifici, da cultore della materia, che evidenziano
una passione diventata in Murakami competenza. Ad esempio nel caso di Billie Holiday, quando scrive che “era
incredibilmente immaginativa, la sua capacita` di alzarsi in volo faceva strabuzzare gli occhi” ( pagina 30 ), oppure
di Ray Brown: “nelle performance di Ray Brown non ci sono stratagemmi superflui […] a volte esegue anche degli
assolo tecnici poco convincenti, ma non si puo` dire che faccia delle esibizioni di virtuosismo” ( pagina 144 ), o di
Oscar Peterson: “i passaggi veloci, scoppiettanti come fuochi d’artificio, gli attacchi massicci che non lasciano
respiro, le lente ballate che si prendono tutto lo spazio che vogliono”

“I soggetti gli ho scelti soltanto seguendo il mio gusto personale. In questo caso, il <<gusto>> era costituito da due
componenti: 1) che una persona mi piacesse per come suonava ( o cantava ), 2) che la trovassi interessante e
piacevole da disegnare.”. A scriverlo e` Wada Makoto, nella postfazione, ed e` una puntualizzazione non banale,
perche` se e` vero che le <<presenze>> sono di qualita`, anche le <<assenze>> pesano, al punto che Murakami
sente l`esigenza di puntualizzare che “Keith Jarret e John Coltrane non fanno parte della lista, ma vi prego di
considerare quest’assenza un aspetto terribilmente raffinato del libro” ( pagina 228 )
Vengono comunque i brividi scorrendo la lista dei miti del jazz ai quali si rende omaggio, un “parterre de roi”
incredibile: Chet Baker, Charlie Parker, Duke Ellington, Tony Bennett, Art Pepper, Horace Silver, e poi Ornette
Coleman, Frank Sinatra, Thelonious Monk, Teddy Wilson, Glenn Miller, e via via fino ad arrivare a Gil Evans, il
cinquantacinquesimo, l’ultimo.
Chiudendo il libro vi renderete conto di averne in realtà letti tre contemporaneamente, e per chi gli fosse venuta
voglia di ascoltare alcuni dei lavori consigliati, non rimane che consultare la discografia riportata nelle ultimissime
pagine.
“Semplicemente mi sono divertito ad ascoltare dei brani musicali, e poi a scriverci qualcossa sopra. Se la cosa
funziona e riesco a farvi sentire quella sorta di calore che provo nella mia tana, nulla potrebbe farmi più piacere”.
Murakami Haruki.
” Ritratti in jazz” di Murakami Haruki e Wada Makoto, Einaudi, pp.233, € 19,50

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