SINGAPORE – “La resa di Singapore”: in un nuovo libro, le rare foto di quando, nel 1942, la Gran Bretagna si arrese al Giappone che costò tre anni di inferno agli 80 mila prigionieri di guerra. Il libro “The Surrender of Singapore” di Stephen Wynn (in vendita su Amazon a 23,60 euro) racconta il “peggior disastro in tempo di guerra della Gran Bretagna”, quando si arrese alle truppe giapponesi.
Probabilmente, la resa di Singapore rappresenta la più grande sconfitta militare britannica, da quando nel 1871 il generale Corwallis si arrese agli americani a Yorktown. Quella del 12 settembre 1945, si è conclusa con 140.000 soldati e cittadini di Singapore catturati, feriti o uccisi. Circa 80.000 britannici, indiani e australiani che vivevano a Singapore diventarono prigionieri di guerra.
Winston Churchill lo definì come “il peggior disastro” e la “più grande resa” nella storia militare britannica. Nel 1980, la BBC trasmise “Tenko”, serie tv storica sui britannici sotto l’occupazione giapponese e ora, le foto del dimenticato conflitto in Estremo Oriente, mostrano la resa delle truppe.
Immagini in bianco e nero tra cui quella del generale Arthur Percival, comandante delle truppe Malaya Command, che firma il documento di resa e il 15 febbraio 1942, consegna Singapore ai giapponesi. La Gran Bretagna, nel 1923, aveva iniziato la costruzione di una base navale a Singapore, completata nel 1939 e costata circa 60 milioni di sterline. “La Gran Bretagna aveva realizzato la potenziale minaccia del Giappone al suo impero in Estremo Oriente”, ha detto Wynn.
Ma quando, all’inizio del 1942, le truppe giapponesi hanno iniziato a muoversi rapidamente lungo la penisola malese, per la colonia britannica i giorni di Singapore erano ormai contati.
Gli inglesi hanno sottovalutato l’abilità di combattimento del nemico, e le forze giapponesi controllavano aria e mari circostanti.
La base navale e le risorse disponibili non erano sufficienti e dopo soli due mesi dall’inizio della guerra nel Pacifico, il generale Percival, a Singapore, fu costretto a cedere 136.000 uomini all’esercito nipponico. Era il 15 febbraio 1942, dopo una settimana di feroci e disperati combattimenti, Percival si arrese e le ostilità cessarono. L’occupazione sembra sia stata piuttosto violenta, causando in ugual misura disagio e sofferenza a Singapore e ai prigionieri di guerra.
Un arsenale di armi finì nelle mani dei giapponesi, alcuni delle quali furono utilizzate per colpire a morte i prigionieri. Massacrarono gli artiglieri di una batteria antiaerea, così come i pazienti di una stazione medica, le infermiere e lo staff del General Hospital. Più di 200 indiani e australiani che avevano combattuto per gli alleati in Malesia e che erano feriti gravemente per essere spostati, furono picchiati, legati con il filo del telefono e mitragliati poi, vivi o morti, cosparsi di benzina e incendiati.
Era per episodi come questi che le truppe britanniche non prendevano prigionieri giapponesi. L’entrata a nord, faceva parte del piano d’azione giapponese: in questo modo tagliavano la strada verso la Birmania che effettuava rifornimenti vitali di carburanti e munizioni al suo nemico, la Cina.
Sarebbero passati anni, costati la vita di migliaia di persone morte in circostanze terribili, prima che i giapponesi annunciassero la loro resa. “Non c’è stata una cosa specifica che ha portato alla resa di Singapore, piuttosto una combinazione”, ha detto Wynn. “L’arroganza britannica che rifiutava di vedere il Giappone come una seria minaccia militare”.
Inoltre, la Gran Bretagna non credeva che il Giappone avrebbe mai avuto il coraggio di combattere Gran Bretagna e America contemporaneamente”. “Vincere la guerra in Europa e sconfiggere Hitler è stata vista come la priorità principale, si trattava di Singapore e dunque poteva aspettare fin quando non fossero pronti”.
La guerra tra il Giappone e i paesi alleati è iniziata ufficialmente il 7 dicembre 1941, quando centinaia di aerei da combattimento giapponesi hanno attaccato una base navale americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii. Per combattere Germania e Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, i paesi alleati hanno pagato un prezzo enorme e la morte di migliaia di militari e civili; in tutto il mondo sono morte oltre 60 milioni di persone.
Il Giappone ha ufficialmente consegnato Singapore il 12 settembre 1945, dopo che l’esercito americano, nel mese di agosto, sganciò due bombe atomiche città giapponesi, a Hiroshima e Nagasaki. Quando gli americani hanno finalmente liberato i campi di prigionia, hanno trovato uomini scheletrici, prigionieri da anni.
“Nella vita, certe cose non dovrebbero mai essere dimenticate, dobbiamo imparare dagli errori del passato”, il commento di Winn. “La guerra del Pacifico, ha avuto inizio senza dubbio con l’attacco dei giapponesi a Pearl Harbour, il 7 dicembre 1941, e si conclusa effettivamente il 9 agosto 1945 quando la seconda bomba atomica fu sganciata su Nagasaki”.
“Il Giappone ha annunciato la sua resa il 15 agosto. Per comprendere appieno e apprezzare quello che abbiamo oggi, e fino a che punto siamo progrediti, uno sguardo al passato, attraverso la storia, può essere un barometro estremamente utile”.