“Martiri di carta”: il libro di Pierluigi Franz sui giornalisti caduti durante la Prima Guerra Mondiale

"Martiri di carta": il libro di Pierluigi Franz sui giornalisti caduti durante la Prima Guerra Mondiale al Salone del Libro di Torino
“Martiri di carta”: il libro di Pierluigi Franz sui giornalisti caduti durante la Prima Guerra Mondiale al Salone del Libro di Torino

ROMA – Le storie mai raccontate dei giornalisti caduti nella Prima Guerra Mondiale. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] E’ questo l’oggetto del libro “Martiri di carta. I giornalisti caduti nella Prima Guerra Mondiale” (Gaspari Editore – Udine, 448 pp., 29 €). Il volume, frutto di 7 anni di ricerche a cura del giornalista Pierluigi Roesler Franz e di Enrico Serventi Longhi, docente all’Università Sapienza di Roma, è stato presentato lo scorso 10 maggio, al Salone del Libro di Torino.

All’incontro hanno preso parte anche il coordinatore scientifico del Centro studi sul Giornalismo “Gino Pestelli” di Torino Mauro Forno, il Segretario generale della Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” e Direttore della Fnsi Giancarlo Tartaglia e l’editore Paolo Gaspari.

Nel libro si racconta la storia, finora mai scritta, di 264 intellettuali caduti in combattimento. Provenivano da ogni parte d’Italia, da grandi e piccoli giornali, alcuni erano stati chiamati alle armi altri erano volontari.

Ci sono scrittori, letterati, critici letterari, poeti, poeti-soldato, poeti dialettali, lettori di poesia, umoristi, vignettisti, disegnatori satirici, caricaturisti, pupazzettisti, illustratori, xilografi, paroliberisti, stenografi, teosofi, anarchici, musicisti, sportivi, dirigenti sportivi, registi del cinema muto, nonché pittori, acquafortisti, matematici, ingegneri ed architetti anche futuristi. Tutti morti nel conflitto mondiale 1914-1918 e in gran parte decorati al valor militare (fra i quali Battisti, Serra, Gallardi, Niccolai, Umerini, Stuparich e Timeus Fauro).

La maggior parte dei caduti erano giovani ventenni, alcuni tornati appositamente dall’estero, che avevano cominciato a scrivere su grandi e piccoli giornali (una dozzina di testate sono ancora in edicola a distanza di un secolo) e riviste. Si tratta di personaggi di assoluto rilievo storico e di notevole importanza, rimasti purtroppo fino ad oggi del tutto sconosciuti.

Tutti gli scritti sono corredati da note esplicative, fotografie d’epoca, ritratti dei protagonisti e mappe dei luoghi delle battaglie in cui “i martiri di carta” hanno perso la vita eroicamente per la patria. Vi figurano cattolici ed ebrei, nonché patrioti, politici, sindacalisti, nazionalisti, interventisti, neutralisti, massoni, socialisti, radicali, democratici, liberali, repubblicani, mazziniani, irredenti (trentini, giuliani, dalmati e istriani), garibaldini e nipoti di garibaldini della spedizione dei Mille, ex combattenti in Libia, Benadir, Eritrea e a Rodi.

Alcuni giornalisti erano stati chiamati alle armi, mentre altri erano andati volontari al fronte quasi tutti come ufficiali in rappresentanza dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica. Tra di essi non mancano direttori di giornali, figli di ministri e persino un deputato in carica, che avevano deciso di partire per il fronte, rinunciando alla carriera e a posizioni di prestigio per seguire coerentemente i propri ideali. Ed hanno quindi immolato la loro vita per la patria. Ma sono poi finiti ingiustamente nell’oblìo per 100 anni, mentre, invece, dovrebbero essere onorati e ricordati come meritano anche per tramandare la loro memoria ai giovani e alle future generazioni.

Nel panorama storiografico e giornalistico mancava un lavoro capace di unire biografie, storia sociale, storia militare e storia politica. Si tratta di un contributo capace di interessare storici, giornalisti, appassionati e semplici lettori, anche in virtù della categoria scelta, quella dei giornalisti: storie vere, di uomini in carne in ossa, restituite grazie a una sistematica ricerca storica basata su un’ampia bibliografia, su centinaia di articoli di giornali e su documenti d’archivio.

La pubblicazione, ricca di aneddoti ed illustrata da immagini e dai volti dei caduti, rappresenta la prima attività di studio e ricerca svolta dalla Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” e si colloca nell’ambito delle iniziative nazionali per la celebrazione del centenario della partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra. Si acclude in calce il relativo invito.

La Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” è stata costituita dai quattro organismi della categoria (Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani e Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani) con lo scopo di raccogliere e mettere a disposizione degli studiosi e dei ricercatori tutta la documentazione sulla vita e sulla storia del giornalismo italiano. Ha sede in Roma in un prestigioso ufficio in via Valenziani 12/a a pochi metri dalla Breccia di Porta Pia.

La sua attività è volta anche alla promozione e alla pubblicazione degli studi sul giornalismo, all’organizzazione di convegni e dibattiti e all’istituzione di borse di studio e di ricerca. E’ intitolata a Paolo Murialdi che è stato giornalista, sindacalista della categoria e storico del giornalismo, nonché Presidente della Fnsi dal 1974 al 1981.

Ecco dove si potrà comprare. L’elenco completo.

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