“Morti di tifo”, cronistoria dell’epidemia calcistica dal 1920 a oggi: il libro di SimonPietro Giudice

Di tifo si può anche morire. E’ la storia contemporanea a ricordarcelo. Se poi lo sport in questione è il calcio, la cronaca trabocca di morti che autorizzano SimonPietro Giudice, autore del libro “Morti di tifo“, a parlare di epidemia, termine quanto mai attuale ai tempi del Covid-19.

Il titolo stesso gioca con la parola tifo, il cui significato ha una doppia accezione, quella sanitaria e quella relativa al fenomeno sociale che ruota intorno alla competizione sportiva. Nel suo libro d’esordio il giornalista romano offre al lettore una dettagliata cronistoria delle tragedie legate al mondo del calcio, a livello nazionale e internazionale.

Un promemoria che suggerisce come il tifo possa sconfinare oltre il semplice parteggiare a favore di una squadra, arrivando a materializzarsi nella forma dell’incidente o nei casi più gravi, della strage.

Morti di tifo, cronistoria delle vittime

Dopo un’iniziale analisi della figura dell’hooligan, il tifoso rude per eccellenza, dell’ultrà e della relativa “kultura“, viene dato ampio spazio alla cronaca, ai nomi e alle circostanze in cui hanno perso la vita le vittime del tifo.

Si parte nel 1920 con il decesso dell’ex ufficiale Augusto Morganti, ucciso alla fine di Viareggio-Lucchese, per arrivare al gennaio 2020, con la morte del fan del Vultur Rionero, Fabio Tucciarello, investito da un’auto sulla quale viaggiavano alcuni tifosi del Melfi.

Oltre ai casi più mediatici come quello di Gabriele Sandri e dell’ispettore Filippo Raciti, non manca il nome di una donna, Erika Proietti, schiacciata dalla folla in Piazza San Carlo durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

L’autore passa in rassegna anche gli incidenti europei ed extraeuropei. Ed è qui che riecheggiano le cronache forse note ai più, come quelle avvenute all’Heysel nel 1985 e allo stadio di Port Said in Egitto nel 2012, insieme a tante altre quasi dimenticate.

Il tifo come atto di fede e amore romantico

Il libro di SimonPietro Giudice ricorda che supportare la propria squadra non ha un’accezione esclusivamente negativa. E’ un sentimento vicino all’ideale di amore romantico, una manifestazione che cementifica un gruppo verso lo stesso ideale. Il tifo può identificarsi con la politica o con la religione, come la rivalità tra il Rangers, di matrice protestante e il Celtic, squadra cattolica in un Paese protestante.

“Morti di tifo” è la prova che il calcio e i suoi tifosi sono un fenomeno complesso. Una passione mista di cultura, folklore e senso di appartenenza. Prestare poca attenzione alla fenomenologia dell’epidemia calcistica porta alla mancata comprensione psicologica della folla da parte della politica.

Un vuoto che può manifestarsi in una cattiva gestione del pubblico durante gli eventi sportivi, con effetti indesiderati che potrebbero essere evitati.

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