ROMA – Debolezza, palpitazioni, reazioni forti al caldo e al freddo e alle malattie semplici come un raffreddore. Sono i sintomi di cui la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning soffri' per tutta la vita e che la portarono alla morte nel 1861, senza aver ricevuto una diagnosi sulla sua malattia cronica.
Ora, grazie ai suoi diari, alla tenacia di un' antropologa, Anne Buchanan e all'aiuto di sua figlia e' stata data una risposta alla morte della poetessa.
La donna era affetta da una rara patologia che colpisce una persona su 100 mila, la paralisi periodica ipokaliemica, caratterizzata da episodi di paralisi muscolare che possono durare da poche ore a 24-48 ore e che si associano ad una riduzione dei livelli di potassio nel sangue.
Il disturbo e' stato descritto nel 1874 in tedesco e poi nel 1901 in lingua inglese. La ricercatrice e' giunta ad attribuire questa malattia alla poetessa perche' ha riscontrato una forte somiglianza dei sintomi descritti nei suoi diari, con quelli della figlia, Ellen Buchanan Weiss, anch'essa affetta da questo disturbo.
Oggi la somministrazione di potassio per via endovenosa puo' fermare gli attacchi ma non guarire dalla malattia, mentre all'epoca della Browning senza riuscire a definire una diagnosi, i medici prescrissero alla poetessa solo una cura a base di oppio che lei porto' avanti per tutta la vita.
La ricostruzione degli eventi, basata sulle memorie dell'artista inglese e sulle scoperte della ricercatrice della Penn State university e' stata descritta in un articolo apparso su Perspectives in Biology and Medicine.