Pasqua di Resurrezione: risorge Gesù Cristo, risorsero gli ebrei fuori dall’Egitto (se mai Esodoci fu), si salva Ismaele dal coltello di Abramo, risorgeva (anche lei dopo tre giorni) la dea sumera Inanna, la babilonese Ishtar, la cananea Astarte. Il rito forse è antico come l’umanità: è la rinascita della natura dopo la morte invernale.
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto”, disse Gesù (Giovanni 12,24-26).
Siamo a pochi giorni dall’equinozio del 21 marzo, per una umanità che viveva sulla terra e della terra il significato è profondo, in attesa della scienza e dell’aria condizionata. Un uovo come simbolo pasquale è l’essenza della rinascita, non ancora vita ma già vita. Se pensiamo al tormento che ancors oggi viviamo attorno all’uovo fecondato e al suo aborto, ci rendiamo conto della profondità del tema.
Che poi la realtà offuschi il mito è nellle cose di questo mondo. Nella memoria del vecchio cronista sono impresse due costanti: il vestito primaverile accolto dl maltempo, l’immancabile delitto. “A te la mala Pasqua disse il marittimo quarantenne alla affittacamere ottantenne e sempre vogliosa mentre la accoltellava”. Indimenticabile una Pasqua a Istanbul con raffreddore e bronchite, il plumbeo ricordo dell’invasione di Ramallah e altre città palestinesi il 1 aprile del 2002, lunedì dell’Angelo.
Il rito della Pasqua affonda le radici nel mistero della vita, che sussiste nonostante o forse anche in parallelo alle spiegazioni della scienza. Sono passate miglaia di anni da quando gl esseri uman elaborarono i miti, ma il mistero rimane e conferisce profonda verità valide anche in questi nostri tempi di materialismo e scientismo agnostici.
Pasqua e digiuno espiatorio (Gesù rimase 40 giorni nel deserto senza cibo né acqua, la quaresima, i musulmani festeggiano un mese di digiuno diurno, il ramadan) accomunano le tre grandi religioni dette rivelate.
Che poi Gesù sia davvero risorto nel corpo conta poco. Un importante teologo cattolico americano, Raymond E. Brown, si è posto l’interrogstivo. La risposta è pretesca e quindi difficile, ma scriveva ai tempi di Ratzinger inquisitore. Il fatto che ne abbia scritto conferma la legittimità del dubbio.
Collegare la Pasqua cristiana ai suoi precedenti non ne diminuisce il valore, anzi ci dovrebbe far sentire maggiormente parte di quella grande famiglia che è l’umanità. Purtroppo non è così. Quanti morti, miglisia forse milioni in nome del Dio vero. Ancor oggi si scannano in Palestina e in India, fra Ebrei e Musulmani, Indiani e Musulmani.
Ebrei e Islamici litigano persino sul mancato sacrificio di Isacco e Ismaele, su come si posero i due figli di Abramo davanti al coltello del padre. Sarebbe interessante vedere come la pensa il Dio Vero nell’altro mondo, lo scopriremo tutti, presto o tardi.
Sulla Pasqua, si riportaqua sotto una serie di titoli.