Per Roth e Grisham Obama è una delusione. Ma le interviste di Tommaso Debenedetti sono inventate

Philip Roth

Il prestigioso settimanale letterario americano “The New Yorker” presenta in un ampio servizio lo spiacevole episodio che vede protagonista un giornalista freelance italiano, Tommaso Debenedetti, che ha pubblicato su diversi quotidiani italiani – tra cui Libero, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno – delle interviste in cui alcuni grandi scrittori contemporanei – su tutti Philip Roth e John Grisham – si dicono delusi del primo anno di amministrazione del presidente americano Barack Obama.

In un’intervista a Libero del novembre scorso, Philip Roth aveva sorpreso tutti: «Obama? Una grandissima delusione. Sono stato tra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico». Qualche mese dopo, intervistato da Paola Zanuttini di Repubblica, lo scrittore americano ha negato tutto: «Ma io non ho mai detto una cosa del genere. È grottesco, scandaloso. È tutto il contrario di quello che penso. Non ho mai parlato con questo giornalista, smentisco tutto».

Roth a quel punto si mette a indagare e, con una veloce ricerca online, scopre che il collega John Grisham aveva affidato dichiarazioni molto simili a Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. Stessa firma, quella del freelance romano Tommaso Debenedetti. A quel punto, chiede al suo agente di contattare quello del celebre autore di legal thriller e riceve una secca smentita: Grisham non ha mai rilasciato un’intervista simile.

Judith Thurman, giornalista del “New Yorker” scopre la verità che ha fatto guadagnare a Debenedetti l’apertura del prestigioso settimanale americano con il titolo di “The italian job”.Il giornalista italiano, interpellato, dice di aver perso le registrazioni delle interviste, ma nega di aver lavorato di fantasia. Sostiene che non ha mai ricevuto più di venti euro a intervista, che Roth e Grisham non vogliono inimicarsi Obama e sono costretti a mentire “per ragioni politiche”.

Ora Roth e Grisham hanno deciso di passare alle vie legali e hanno contattato un avvocato italiano. Alla domanda se Roth pensi che Debenedetti sia una specie di Moishe Pipik, il doppio nel suo libro “Operazione Shylock”, quello che incarna proprio l’alter ego di Philip Roth, lo scrittore ha risposto: «No, quella è letteratura, questa è la vita e io ho certamente fatto un lavoro migliore di questo impostore».

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