Premio Strega, stravince Edoardo Nesi e Pennacchi si arrabbia

ROMA – Edoardo Nesi, autore di “Storia della mia Gente”, edito Bompiani, ha conquistato il premio Strega 2011 con 138 voti. Lo scrittore è stato fin da subito in testa alle votazioni che si sono tenute al Ninfeo di Villa Giulia. Nesi all’inizio della serata ha preferito la cautela: “Essere dato per favorito dalla stampa non conta nulla. So che per esperienza che tutto si crea e si disfa qui”.

Poi la felicità: “Sono onorato anche perché questo premio vale per tutte le persone che hanno perso il lavoro. Dedico questo premio a Prato che è una città meravigliosa”. Soddisfatto anche il presidente di Rcs Libri Paolo Mieli: “Rendiamo omaggio anche agli altri quattro libri che sono bellissimi. È bello vincere in un’occasione come questa”.

Edoardo Nesi, infatti, è già stato finalista del Premio Strega nel 2005 con “L’età dell’oro”. In “Storia della mia gente” Nesi parla di Prato, la sua città, invasa dai cinesi. Una storia, in parte autobiografica, su come lo tsunami orientale stia distruggendo il distretto industriale del tessile di Prato e su quello che significa la caduta della piccola industria italiana di provincia e i licenziamenti di eserciti di persone.

Sulla serata il sito Dagospia racconta, con la solita ironia che lo contraddistingue, quello che è accaduto. In tv c’è stata infatti un imprevisto: Nesi è stato annunciato quando ancora lo scrutinio non era ancora terminato.

Dago parla di vera e propria rissa: “Rissa finale allo Strega. Per accelerare la diretta tv, l’inviata Rai ha chiamato sul palco il probabilissimo vincitore Edoardo Nesi, il presidente della Rizzoli Libri Paolo Mieli e la moglie del defunto Franco Alberti, patron del Liquore Strega. E l’incauta fanciulla li ha costretti a proclamare il vincitore quando lo scrutinio non era ancora terminato. Il pubblico ha cominciato a rumoreggiare e a protestare”.

“Il presidente del seggio elettorale, il fasciocomunista Antonio Pennacchi, mentre il sudato Nesi veniva costretto ad attaccarsi alla tradizionale bottiglia di Strega, ha mandato a fanculo tutti aizzato dal platea indignata. Questo è il bello della diretta”.

“Se a tutti quelli che hanno promesso il voto a un editore al quale non lo daranno mai venisse il naso lungo come quello di Pinocchio, al Premio Strega non si riuscirebbe più a fare un passo!”, commentava soddisfatto un anonimo giurato. Lui, spiegava orgogliosamente, prometteva sempre il voto a tutti e poi faceva di testa sua”.

“Malgrado questo di sicuro non raro esempio, tutti sapevano già che avrebbe vinto Edoardo Nesi, malinconico orango, travestito per l’occasione da fiscalista, ansioso di tornare in quel Prato, cui ha dedicato molte delle sue peggiori opere. Eppure questa volta il motto del premio – “Vinca il peggiore! – non è stato interamente rispettato, perché tutti, tranne la povera Veladiano, hanno fatto del loro peggio. E il decano dei peggioristi, il pacchiano Pennacchi, fasciocomunista trombato alle comunali di Latina, senza rinunciare alla sciarpa e al berretto da pensionato, sfida i critici: “ci provino a fare i libri che ho fatto io!”

Le immagini della premiazione (foto LaPresse):

Gestione cookie