Salone Libro Torino, Picchioni: “Obbligati al Lingotto”

Salone Libro Torino, Picchioni: "Obbligati al Lingotto"
Foto d’archivio

ROMA – Parla di “assurda ricerca di un capro espiatorio” e si difende, sostenendo che i dati “elaborati da società esterne” sono sempre stati “pienamente accessibili”. Rolando Picchioni, per 15 anni al timone del Salone del Libro di Torino, dice no alla “assurda ricerca di un capro espiatorio”. E, dopo giorni di silenzio, interviene sulla querelle degli ingressi ‘gonfiati’ con una lunga dichiarazione inviata all’ANSA dai suoi avvocati e con un’intervista al Fatto Quotidiano.

Si difende dall’inchiesta sulle fatture false: “Chi mi accusa è persona poco affidabile: un pregiudicato condannato con sentenza definitiva”. Sui 5 milioni dati dai debiti verso le banche e i fornitori, invita chi lo accusa “a considerare anche l’attivo”. La questione cruciale sui costi sostenuti dal Salone resta l’affitto, onerosissimo, dell’ex Lingotto, di proprietà della società francese GI Events. Massimo Novelli su Il Fatto Quotidiano cerca di saperne di più da Picchioni.

A pesare sui conti del Salone c’è il costo dell’affitto del Lingotto, da versare alla società francese Gl Events, che è la proprietaria del complesso fieristico ricavato dall’ex stabilimento Fiat. “Basti dire che chi vincerà il bando di assegnazione della gestione commerciale del Salone dovrà versare 1,2 milioni per uno spazio di 40 mila metri quadrati, mentre il Salone del Gusto sborsa un milione per averne 60 mila, comprensivi della struttura dell’Oval, non utilizzata dal Salone. Si potrebbe, allora, individuare una sede alternativa.

Qualche passo era stato compiuto, no? “Sì. Ma scoppiò un mezzo finimondo, nell’universo politico-istituzionale, soltanto perché io e Ferrero, invitati,eravamo andati a visitare il Palalpitour. Anche qui bisogna che le istituzioni torinesi e piemontesi dicano con chiarezza che se si vuole privilegiare, a ogni costo, il complesso fieristico del Lingotto, allora devono dare alla Fondazione i mezzi necessari per gli affitti più onerosi”.

Secondo lei, è casuale il fatto che la tempesta sulla kermesse del libro sia scoppiata poco dopo le accuse formulate dalla magistratura torinese nei suoi confronti? “Non lo so. Posso solo dire che chi mi accusa è una persona notoriamente poco affidabile: un pregiudicato condannato con sentenza definitiva. A ogni modo, ho fiducia: la magistratura chiarirà tutto. Quando qualche mese fa lei ha lasciato la presidenza per la scadenza del mandato, le istituzioni pubbliche le hanno riconosciuto di avere fatto un ottimo lavoro? Ho visto Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Piemonte, che ha avuto parole gentili di circostanza. Per il resto, solo silenzi tombali” (Massimo Novelli, Il Fatto Quotidiano).

 

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