Caro scuola coi “trucchi”: esercizi su libri, libro ko! Winx, Peppa Pig solo da noi

Caro scuola: qualche esercizio e una Winx in più costa 1.300 euro a famiglia
Caro scuola: qualche esercizio e una Winx in più costa 1.300 euro a famiglia

ROMA – Sta per suonare la campanella, i bambini e ragazzi torneranno o si siederanno per la prima volta sui banchi, e ogni famiglia arriverà a sborsare fino a 1.300 euro per un “corredo scolastico” (fonte: Federconsumatori). “Corredo” che si compone di libri di testo, zainetto, astuccio, penne, matite, pennarelli, evidenziatori, righelli…

Una spesa, o meglio un salasso, a cui le famiglie sono costrette ogni anno per colpa di una serie di trucchi che non poche case editrici e non poche aziende collegate alla scuola usano nel loro legittimo interesse di difendere i loro affari.

I LIBRI DI TESTO.

Quello dei libri di testo è un mercato artificialmente alimentato, con costi che aumentano di anno in anno. Eppure le famiglie potrebbero spendere molto di meno comprando libri usati o sfruttando la digitalizzazione che dovrebbe ridurre nettamente il prezzo dei volumi. Invece gli zaini continuano ad essere stracarichi di nuovi libri. Perché? Succede che alcune case editrici intrattengano con alcuni insegnanti quei rapporti che certe aziende farmaceutiche intrattengono con certi medici di famiglia. E così come il medico ti consiglia quella tale marca di anti-infiammatorio invece del farmaco generico, il professore ti obbliga all’acquisto di cinque libri di testo, insistendo sul fatto che siano nuovi.

Si possono opporre alcune banali obiezioni: cos’è cambiato nella storia dell’Impero Romano perché io debba comprare il manuale di Storia del 2014 invece di riciclare o comprare usato quello del 2010? Quali significative rivoluzioni ci sono state nella grammatica italiana, per non parlare di quella di lingue morte come il latino o il greco? I confini geografici mutano per caso ogni 9 mesi? Il pensiero di Aristotele viene per caso  reinterpretato ogni settembre? Nel nuovo manuale di matematica c’è scritto che 2 più 2 fa 5?

I metodi di insegnamento, per carità, conoscono sempre nuovi aggiornamenti. Ma l’evoluzione della didattica non è così veloce come il ritmo delle nuove edizioni dei vecchi manuali vorrebbe suggerire. Le case editrici fanno il loro interesse, difendono il loro mercato e i posti di lavoro collegati a quel mercato, peraltro sempre più dipendente dal remunerativo settore della “scolastica”, in un Paese dove la metà delle persone passa un anno senza leggere un libro. E fanno notare che gli stessi genitori che ogni anno si infuriano per il costo dei libri, poi non fanno una grinza quando si trovano a spendere 300 euro per un paio di scarpe da ginnastica griffate. I trucchi a cui ricorrono però sono sotto gli occhi di tutti.

Per qualche paragrafo in più. Succede in tutti i manuali: la nuova edizione si differenzia dalla precedente, magari risalente solo a un anno prima, per l’aggiunta di qualche paragrafo – o di qualche box informativo alla fine dei capitoli.
Il gioco delle tre carte. A volte fra la nuova edizione e la vecchia non cambia niente, anche se sembra essere cambiato molto. Il contenuto è lo stesso, solo che viene rimescolato l’ordine dei capitoli e dei paragrafi, vengono cambiate le foto, il colore e la grafica della copertina. “E io pago”, dice la mamma o il papà di turno.
I libri degli esercizi. Un altro grande amico delle case editrici è il libro degli esercizi. L’alunno compila i campi vuoti, unisce i punti, disegna, scrive sul libro, che alla fine dell’anno non è più inutilizzabile. Quindi l’anno successivo bisogna ricomprarlo. A volte gli esercizi sono tutt’uno con il manuale, cosi che ogni volta bisogna spendere 30 euro anziché 10.

IL KIT SCOLASTICO

Altra grossa voce di spesa è il kit scolastico: zainetto, astuccio, penne e via dicendo. Un fenomeno tutto italiano e un altro mercato collegato alla scuola e artificialmente aumentato è quello delle griffe: in Austria, in Svizzera o in Germania non sei tagliato fuori se non hai l’astuccio delle Winx, lo zaino di Peppa Pig o il pennarello di Spider Man.

Uno zainetto “griffato” costa naturalmente di più, non solo perché è “di moda”. Un’azienda spende di più per utilizzare il marchio di un tale cartone animato. Logico che scarichi questi costi sul prezzo finale. E i genitori si trovano presi in una tenaglia: spendere il triplo per comprare uno zaino che non ha niente di particolare che non sia la stampa di una maialina sorridente, o risparmiare rischiando poi che il/la proprio/a figlio/a sia escluso o si senta escluso dal gruppo, in un età in cui il conformismo è tutto?

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