“Scurriculum”: viaggio nell’Italia dei raccomandati e dei figli di…

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A che serve un curriculum nel Paese che premia con sistematica ostinazione i non meritevoli, i mediocri, i trombati, i zero titoli, gli amici degli amici, i figli di…? Prendiamo il caso di Massimo Zennaro, portavoce del ministro del’Istruzione che in un comunicato ufficiale si inventa un tunnel di 700 km tra Ginevra e il Gran Sasso al solo scopo di magnificare la figura del ministro “mandante” della eccezionale scoperta sulla velocità dei neutrini. C’è anche il suo di “scurriculum” nel catalogo degli orrori della repubblica fondata sulla “demeritocrazia” stilato da Paolo Casicci e Alberto Fiorillo di Legambiente pubblicato da Aliberti editore (prefato da Gian Antonio Stella). Ed è solo l’esempio che ha avuto la maggiore risonanza internazionale e nel mondo del web grazie all’enormità dell’errore.

Ma non è il caso più grave, né il più ridicolo. “Scurriculum” (un titolo che è già tutto un programma) offre un panorama deprimente della penisola delle parentele, della raccomandazione esibita, del contatto giusto. Il libro ragguaglia sui casi esemplari di un sistema di reclutamento della classe dirigente, fino ai livelli più bassi della gestione pubblica, che ha dimenticato merito e valore a favore della cooptazione più spudorata. Ci sarebbe da piangere, specie considerando i tantissimi titolati che, nonostante il curriculum di altissimo profilo o, forse proprio per questo, vengono regolarmente scartati per far posto ad autentici improvvisatori della dritta giusta. Quando va bene, i bravi bocciati, vanno ad arricchire il patrimonio di conoscenze e competenze di altri paesi.

Tuttavia, di fronte alla messe di situazioni paradossali nei più diversi ambiti lavorativi, “Scurriculum” fa anche ridere, certo un humor dei più neri e risentiti. Un direttore di Asl ha raccontato al pm dell’inchiesta Tarantini in Puglia, della preoccupazione di un politico per la figlia ricoverata dopo un incidente stradale. “Perché ti preoccupi, c’è un bravo primario a ortopedia” gli fa il direttore. Risposta da commedia dell’arte: “Mi preoccupo perché ce l’ho messo io e so come è fatto”.

Per non parlare di Claudio Regis detto “Valvola”, assurto ai vertici dell’Enea per comprovata fedeltà alla Lega Nord e per il suo passato di giovane elettricista. Nel decreto di nomina firmato Letizia Moratti era accreditato come ingegnere, come sui biglietti da visita o negli articoli che andava pubblicando. Non era nemmeno laureato ma non si fece scrupoli per insolentire il premio Nobel Carlo Rubbia cui affibbiò l’etichetta di “sonoro incompetente” in fatti di ingegneria. Che si limitasse a studiare le sue particelle, l’arrogante professore.

L’elenco è troppo lungo per non rimanerci di sasso. Dentisti che dirigono autodromi in qualità di fidanzati di ministri (Brambilla). Igieniste dentali che fanno i consiglieri (i letti che ti hanno ospitato fanno curriculum). Gli amanti di… sono una variazione sul tema approfondita negli ultimi anni. Il principio però resta identico: meno sai più fai strada, ma ricordati di agganciare il politico più influente.