Strega: vince il favorito Francesco Piccolo, Antonio Scurati si alza e se ne va

Strega: vince il favorito Francesco Piccolo, Antonio Scurati si alza e se ne va
Francesco Piccolo riceve il premio

ROMA, 4 LUG – Dopo una battaglia sul filo di lana, ha vinto con 140 voti il Premio Strega 2014 il superfavorito Francesco Piccolo con il suo memoire sulla sinistra italiana, ‘Il desiderio di essere come tutti’ (Einaudi). Per cinque voti in meno è arrivato secondo Antonio Scurati con ‘Il padre infedele’ (Bombiani) che ha dovuto rivivere così, nelle ultime ore dello spoglio, una situazione simile a quella del 2009 quando perse per un voto andato a Tiziano Scarpa.

Poco prima dell’annuncio, Scurati che ha capito di aver perso anche questa volta la vittoria, ha detto al tavolo Bompiani dove sedeva: “Che stiamo a fare qui?” e poco dopo se ne è subito andato. Piccolo, di cui si era già parlato come vincitore nella finale dello Strega 2013, si porta a casa così una tripletta di premi: caso forse unico, oltre al più ambito riconoscimento letterario italiano, si è aggiudicato quest’anno, come sceneggiatore, il David ed il Nastro d’Argento per ‘Il capitale umano’ di Paolo Virzì. “Lo dedico a mia moglie Gabriella, la persona che mi sta più vicino, a Starnone (che lo ha presentato al Premio Strega con Paolo Sorrentino), a Caserta e all’Einaudi”, ha detto lo scrittore all’annuncio del premio.

Terzo, a sorpresa, Antonio Pecoraro con ‘La vita in tempo di pace’ (Ponte alle Grazie) con 60 voti, seguito da Giuseppe Catozzella con ‘Non dirmi che hai paura’ (Feltrinelli), già vincitore della prima edizione del Premio Strega giovani, e ultima Antonella Cilento con ‘Lisario o il piacere infinito delle donne’ (Mondadori). Superaffollatissimo il ninfeo di Villa Giulia come non si vedeva da anni. Tra i primi ad arrivare, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha sottolineato: “E’ importante che Roma continui questa tradizione della sponsorizzazione, non possiamo sottrarci”, riferendosi alla rinata collaborazione tra il Premio Strega e il Comune di Roma con uno stanziamento di cinquantamila euro l’anno.

Al tavolo del gruppo Mondadori il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, da quest’anno entrato nel corpo votante dello Strega, con accanto la futura moglie, Michela Di Biase, e qualche posto più in là l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “Ho frequentato lo Strega da ospite e poi da scrittore invidioso. E’ un premio che valorizza le opere e così le vendite. E’ un’occasione importante – ha detto Franceschini – per premiare la letteratura e anche questa è una delle eccellenze italiane. Vinca il migliore”. In abito lungo nero, con grandi orecchini verdi, il direttore editoriale della Bombiani, Elisabetta Sgarbi, ha sottolineato: “Penso sia una serata bella perché si torna alla gara sul filo di lana con libri belli. E’ un’edizione dello Strega ringiovanita”. Che quest’anno si è giocata “una grande battaglia” lo sottolinea anche Paolo Mieli, presidente di Rcs libri.

“Fa onore a Scurati partecipare ad un premio dove non è favorito dopo quell’esperienza traumatizzante del 2009. Il rispetto che avevo per lui è aumentato per il modo dignitoso in cui combatte questa partita”. Sereno anche Giuseppe Catozzella con ‘Non dirmi che hai paura’ (Feltrinelli). “Io sono già felice di aver vinto la prima edizione del Premio Strega giovani”, ha detto. Anche Francesco Pecoraro, terzo con ‘La vita in tempo di pace’ (Ponte alle Grazie), è “molto contento per il libro perché così ha visibilità e se ne parla bene, ma per me è solo fatica”, dice.

E Antonella Cilento, autrice di ‘Lisario o il piacere infinito delle donne’ (Mondadori), tutta vestita di arancione compreso il ventaglio, dice: “L’arancione è il colore di ogni differenza ed è giusto per il mio romanzo che parla del femminile in tutti i suoi aspetti. Alla fine l’importante è che il libro sia arrivato qui e non è un autofiction, non è legato alla realtà ma è picaresco”. A girare tra i tavoli del ninfeo Luigi Abete, Bruno Cagli, il direttore di Raitre, Andrea Vianello, Walter Pedullà, Edoardo Nesi e Lidia Ravera, Vittorio Sgarbi, e l’ex direttore di Raitre Angelo Guglielmi.

 

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