«Non sapevo che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati. E mai avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera».
S’intitola “Terroni”, è opera del giornalista e scrittore pugliese Pino Aprile ed è al primo posto della classifica della saggistica. Edito da “Piemme”, nelle librerie da marzo 2010, “Terroni” è un testo di saggistica sulla vera e poco nota storia del Meridione italiano. Intrigante il sottotitolo: “tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero ‘meridionali'”.
Per i 150 anni dell’Unità d’Italia Pino Aprile, meridionale doc, interviene nell’acceso dibattito, per fare il punto su una situazione che si trascina da anni, ma che di recente sembra essersi radicata in uno scontro di difficile composizione. Percorrendo la storia di quella che per alcuni è conquista, per altri liberazione, l’autore porta alla luce una serie di fatti e soprattutto di misfatti che aprono una sconvolgente finestra sulla facciata del trionfalismo nazionalistico.
Terroni è un libro sul Sud e per il Sud, la cui conclusione è che, se centocinquant’anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema, vuol dire che non si è voluto risolverlo. Come dice l’autore, le due Germanie, pur divise da una diversa visione del futuro, dalla Guerra Fredda e da un muro, in vent’anni sono tornate una. Perché da noi non è successo?
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