Addio a Romilda Bollati, la Pierina di Cesare Pavese

Addio a Romilda Bollati, la Pierina di Cesare Pavese
Romilda Bollati con il secondo marito Antonio Bisaglia

TORINO – Addio alla musa di Cesare Pavese, Romilda Bollati. La presidente dell’omonima casa editrice, che acquistò nel 1987 con il fratello, Giulio Bollati, si è spenta lunedì all’età di 82 anni. A darne notizia è il quotidiano La Stampa, nelle pagine di Cultura. Oggi, 24 aprile, i funerali a Torino che la famiglia ha voluto celebrare in forma privata.

Nata a Parma, Romilda Bollati si trasferì a Torino, per raggiungere il fratello Giulio, negli anni della Seconda guerra mondiale. Da allora non se ne andò più, divenendo discreta protagonista della vita imprenditoriale e culturale della città. Da giovane frequentò la casa editrice Einaudi, dove il fratello, al quale fu sempre molto legata, lavorava dal 1949. Donna dall’incredibile fascino, fu musa ispiratrice di Cesare Pavese, che si innamorò perdutamente di lei. Sono indirizzate a lei le famose “lettere a Pierina”.

Sposò l’industriale Attilio Turati, alla sua morte ereditò la guida della Carpano e Baratti, storica azienda con radici torinesi. Il suo palazzo Carpano, nel centro del capoluogo piemontese, diventò anche il salotto buono di Torino, crocevia di industriali, politici, intellettuali.

Si risposò nel 1982 con l’ex ministro Antonio Bisaglia, morto un anno dopo in un incidente in barca. Qualche anno dopo, nel 1987, acquistò con il fratello – a cui era legatissima – la casa editrice Bollati Boringhieri. Romilda Bollati la gestì fino al 2009, quando la cedette al gruppo Gems di Mauri e Spagnol.

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