AdnKronos: presidio dei giornalisti alla Camera contro i 23 licenziamenti

AdnKronos: presidio dei giornalisti alla Camera contro i licenziamenti
La sede centrale dell’Adnkronos in Piazza Mastai a Roma

ROMA, 30 GEN – Assemblea dei giornalisti Adnkronos davanti a Montecitorio, dove si è svolta un’audizione in commissione Cultura sulla vertenza in corso con la procedura di licenziamento per 20 giornalisti e 3 poligrafici messa in atto dall’agenzia di stampa guidata da Pippo Marra.

Un presidio silenzioso, sottolinea il comitato di redazione in una nota:

“per testimoniare la gravissima forzatura operata dall’azienda che, pur non essendo in stato di crisi e avendo appena rinnovato una importante convenzione con la presidenza del Consiglio, sta attuando una procedura di licenziamento collettivo”.

La vicenda al centro dell’audizione è stata poi oggetto di un’interrogazione urgente al premier Enrico Letta e al ministro del Lavoro Enrico Giovannini, sottoscritta dalla quasi totalità dei gruppi parlamentari. Al termine dell’audizione a Montecitorio diversi parlamentari hanno portato la loro solidarietà ai giornalisti Adnkronos: tra questi Sandra Zampa, Maria Coscia e Walter Verini del Pd, Giorgio Lainati di Fi, Barbara Saltamartini di Ncd e Nicola Fratoianni di Sel.

Stampa Romana ha annunciato un ricorso contro l’Adnkronos per comportamento antisindacale:

L’Associazione Stampa Romana “ha dato mandato all’avvocato Bruno Del Vecchio di presentare ricorso al giudice competente per comportamento antisindacale, ex articolo 28 della legge 300/70, contro l’agenzia Adnkronos. Al centro del ricorso il tentativo messo in atto dall’editore, Giuseppe Marra, e dal direttore, Alessia Lautone, di vanificare lo sciopero indetto dalla redazione il 25 e 26 gennaio scorsi. Azione legittima messa in atto per protestare contro l’avvio, da parte dell’azienda, di una procedura di licenziamento di 20 giornalisti e 3 poligrafici“.

Editore e direttore – spiega una nota della Associazione Stampa Romana – non soltanto hanno continuato a pubblicare take e notizie, ma hanno adoperato per farlo il lavoro di alcuni stagisti presenti in redazione e utilizzati al posto dei redattori in sciopero. Questo – prosegue la nota della Asr – nel pieno disprezzo delle relazioni sindacali e della legge che vieta alle aziende di servirsi di lavoratori non contrattualizzati per sostituire personale in sciopero”.

“L’Asr stigmatizza l’escalation di violazioni che l’Adnkronos sta mettendo in atto – conclude la nota del sindacato – e che finora ha raccolto la pressoché unanime condanna del mondo politico, sindacale e associativo. L’Asr invita l’editore a ritirare la procedura e ad aprire un tavolo di confronto in cui, come il sindacato ha sempre fatto, discutere serenamente del futuro delle società del gruppo, alla luce di quel piano editoriale di rilancio e sviluppo che l’Asr ha inutilmente chiesto a Marra da oltre un anno a questa parte”.

I giornalisti dell’Adnkronos: stupisce il no dell’azienda all’incontro alla Camera. Sdegno per la minaccia di chiamare le forze dell’ordine.

L’assemblea di Adnkronos e Mak-Multimedia Adnkronos “stigmatizza la decisione dell’Azienda di non rispondere alla convocazione della Commissione Cultura della Camera, limitandosi ad inviare una scarna memoria nella quale conferma l’avvio della procedura di licenziamento e definisce la convocazione una possibile ‘interferenza al confronto fra le parti'”.

“Non si può non rilevare con stupore il diniego opposto all’istituzione parlamentare che, nell’ambito delle proprie prerogative, intende ascoltare le parti coinvolte in merito alle ‘recenti iniziative relative all’assetto giornalistico ed editoriale di un’Agenzia di stampa’”. L’assemblea, riunitasi a Roma in forma permanente e in collegamento con la sede di Milano, – prosegue la nota – “ha deciso di sciogliersi e di riunirsi nuovamente in concomitanza con l’audizione presso la Commissione Cultura della Camera dedicata alla vicenda Adnkronos”. L’assemblea “oltre a respingere nuovamente con fermezza la procedura di licenziamento collettivo di 20 giornalisti e 3 poligrafici aperta dall’azienda, conferma lo stato di agitazione ed esprime sdegno per l’inaudita comunicazione giunta stamani da parte dell’editore, che di fronte a una legittima e composta forma di protesta non escludeva il ricorso alle forze dell’ordine“.

“L’assemblea – conclude la nota – esprime la propria gratitudine per il forte sostegno espresso dalla Fnsi e dalla Associazione Stampa Romana anche in questa circostanza. L’assemblea esprime ancora una volta gratitudine per i tanti attestati di stima e messaggi di solidarietà che in questi giorni giungono ai giornalisti e ai poligrafici dell’Adnkronos da esponenti della stragrande maggioranza delle forze politiche, Comitati di Redazione e colleghi delle altre testate italiane, dai colleghi delle altre redazioni del Gruppo Adnkronos, da organizzazioni sindacali ed esponenti della società civile”.

“L’Azienda non esclude il ricorso alle forze dell’ordine”

“Ulteriori aggregazioni, quali ad esempio l’assemblea permanente, non potranno essere tollerate. In caso contrario l’Azienda non esclude il ricorso alle forze dell’ordine”. È l’Associazione Stampa Romana a citare questa ”frase finale di una minacciosa comunicazione recapitata il 29 gennaio dall’Editore della Adnkronos al Comitato di Redazione dell’agenzia che richiedeva la convocazione di una assemblea permanente in concomitanza con l’audizione alla commissione Cultura della Camera dei Deputati”.

”Il cavaliere del lavoro Giuseppe Marra – dichiara il Segretario della Asr Paolo Butturini – dovrebbe ripassare lo Statuto dei Lavoratori, ma soprattutto la Costituzione della Repubblica che all’articolo 4 afferma: ‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’. Che si minacci l’intervento delle forze dell’ordine contro un diritto come quello all’assemblea – continua Butturini – costituisce una provocazione inaccettabile da parte di chi ha già calpestato le regole e le norme che governano un civile confronto fra lavoratori e aziende. Che cosa ci dobbiamo aspettare ancora dall’editore della Adnkronos? Forse sarebbe il caso che restituisse o il Capo dello Stato gli chiedesse di farlo, l’onorificenza ricevuta. Fra i meriti per ottenerla, infatti, c’è quello di ‘aver svolto opere intese all’elevazione economica e sociale dei lavoratori, contribuendo in tal modo all’eliminazione dei divari esistenti’ l’esatto contrario di quello che sta facendo il Cavalier Marra”.

Cipriani (Fieg): “Lavoreremo per trovare una soluzione”

L’impegno della Federazione degli editori è “cercare di trovare tutte le soluzioni possibili” per la vertenza AdnKronos. Lo ha spiegato Francesco Cipriani, responsabile area lavoro e welfare della Fieg, ascoltato oggi in commissione Cultura alla Camera, chiarendo però che il ricorso alla legge 223 del 1991 in materia di licenziamenti collettivi, invocato dall’azienda, “non è vero che è illegittimo: è vero che la legge che regola il settore è la 416, ma non sostituisce altre leggi dello Stato, altrimenti non potremmo applicare al settore neanche le norme sulla solidarietà”. A fronte di una crisi ritenuta strutturale, la legge 223 – ha spiegato Cipriani – ammette il ricorso allo strumento del licenziamento collettivo: “L’imprenditore ha ritenuto l’esubero dei lavoratori strutturale: si tratta di una libera scelta rispetto alle leggi del nostro ordinamento”. In ogni caso la procedura di licenziamento collettivo, “in cui la Fieg assisterà l’azienda“, è “una procedura complessa e lunga, che prevede il confronto in sede aziendale e eventualmente amministrativa: la durata – ha detto Cipriani – è finalizzata proprio a cercare possibili soluzioni alternative che preservino la legittima esigenza dell’azienda di recuperare efficienza e insieme la tutela dell’occupazione. A giorni interverremo e cercheremo di trovare tutte le soluzioni possibili per gestire questa situazione di crisi”. Quanto alla convenzione con il governo, “non mi risulta – ha precisato ancora Cipriani – che faccia riferimento ai livelli di occupazione. Peraltro l’attività dell’azienda non si limita a quella prevista dalla convenzione con la presidenza del Consiglio: la riduzione dell’attività si basa sull’interno perimetro aziendale. Se poi vi saranno forme di inadempimento contrattuale con il governo, sarà il committente a giudicare. Ad oggi questo non è”. Sulla vicenda, in ogni caso, l’intenzione della Fieg è “fare di tutto per arrivare ad un accordo. Concordo con il segretario della Fnsi Siddi sul fatto che si tratta di una situazione inusuale, ma la crisi del settore ha raggiunto livelli tali che evidentemente alcuni imprenditori hanno ritenuto di affrontare in nodi in maniera strutturale. Confido che il confronto con le parti sindacali possa consentire di affrontare la situazione”, ha concluso.

Franco Siddi (Fnsi): no a licenziamenti illegittimi

La procedura di licenziamento collettivo avviata dall’AdnKronos “non ha fondamento etico, morale e a nostro avviso neanche giuridico: la dichiareremo illegittima. Al Parlamento chiediamo un appoggio in termini di moral suasion, e forse qualcosa di più, se andrà avanti”. È la posizione della Federazione nazionale della stampa, sintetizzata dal segretario Franco Siddi, ascoltato oggi dalla commissione Cultura della Camera in merito alla vertenza. “I tagli annunciati, improvvisamente e improvvidamente – ha sottolineato Siddi – con ricorso alla legge 223, scelta a nostro avviso non praticabile nel settore dell’editoria, rappresentano l’avvio di una procedura di rottamazione dei lavoratori che non ha alcuna chiara giustificazione”.

Tra l’altro, ha ricordato il segretario Fnsi, “l’editore Marra continua a ribadire che la sua azienda non è in crisi. Allora qual è lo scopo del suo comportamento? Creare paura nei lavoratori, dire loro ‘o stai alle mie regole o salti’? Avviare un nuovo sistema in cui l’informazione non è più un bene pubblico? Si vuole forse tener fede alla convenzione firmata dal governo sostituendo i giornalisti con collaboratori pagati a 4,50 euro a pezzo? Sarebbe intollerabile. Al governo, nella persona del sottosegretario Legnini, abbiamo appena rappresentato questa problematica. So bene che può scattare il ricatto: se salta questa procedura, chiudiamo e mandiamo a casa 80 giornalisti. Ma il Parlamento non può tollerarlo”.

Siddi ha ricordato che, in sede di rinnovo delle convenzioni, “il governo ha inteso avviare un percorso di riforma e razionalizzazione del settore, incentivando tra l’altro le fusioni tra le agenzie di stampa. Si parla di fusione tra TmNews e Asca, con esuberi pari a 24 dipendenti, cioè il 25% dell’occupazione: ma se le fusioni servono a questo, allora è meglio che non le facciamo. Al Velino succede di peggio, non vorremmo avere altri problemi con l’Agi“.

Le convenzioni, ha ricordato ancora Siddi, “sono state confermate negli importi, in cambio il governo ha chiesto che venissero mantenuti i livelli di qualità e i servizi giornalistici con le medesime prestazioni, promuovendo miglioramenti in termini di specializzazione e internazionalizzazione. L’AdnKronos si è qualificata su questa strada: certo, il governo non è il suo unico committente, ma resta quello principale. Era da immaginare che, a fronte dell’impegno pubblico, l’azienda mantenesse i livelli occupazionali”.

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