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Andrew Sullivan lascia il Daily Beast. Per leggere il suo blog si pagherà 19,99$

di Daniela Lauria |14 Maggio 2022 11:02

WASHINGTON – Per gli appassionati lettori di Andrew Sullivan, giornalista e blogger britannico da anni trapiantato negli Stati Uniti,non sarà più possibile consultare il suo blog ‘The Dish‘ sul sito del Daily Beast. Sullivan ha infatti deciso di lasciare la grande testata che lo ospitava e mettersi in proprio, facendo pagare (poco) i lettori. Con 19,99 dollari l’anno dal primo febbraio sarà infatti possibile tornare a leggere i suoi post sul suo sito omonimo (www.andrewsullivan.com)

Sul nuovo blog non ci sarà pubblicità: uno dei primissimi casi, e certamente il primo tra i blog molto famosi, in cui si introduce un qualche tipo di paywall per i lettori, per quanto piuttosto soft.

Dicendo addio al Daily Beast, Sullivan, firma molto nota del vecchio Newsweek, inaugura di fatto una nuova frontiera dei media sul web. E a giudicare dal boom di abbonamenti, 2000, cioè 400mila dollari incassati in due giorni, si capisce che in tanti seguiranno il suo esempio. Del resto c’era da aspettarselo che prima o poi, dopo i giornali, anche i blog on-line cominciassero ad avere un prezzo per poter essere consultati.

Del resto, il principio è sempre lo stesso: la buona informazione ha un costo. E se questo vale per i quotidiani, a maggior ragione per i blogger: sono loro i protagonisti della nuova tendenza dei media in Usa, il Paese all’avanguardia nel rapporto tra l’informazione e la rete.

Quasi a giustificarsi per questa sorta di ‘dichiarazione d’indipendenza’, Sullivan ha osservato che il suo gesto ‘intende aprire nuove opportunità ad altri blogger più piccoli”. Per questo motivo ha creato una vera e propria nuova casa editrice, la Dish Publishing LLC. Il nuovo ‘Dish’ ora e’ disponibile cliccando sul sito www.andrewsullivan.com.Prima di lasciare il Daily Beast per questa nuova avventura, Sullivan ha voluto ringraziare pubblicamente Tina Brown e Barry Diller per l’appoggio di questi anni e ”per aver capito le ragioni di questa decisione”.

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