L’app freemium dei puffi costerà ad Apple 100 mln $. L’azienda risarcisce utenti

SAN FRANCISCO – La class action contro l’app freemium dei puffi costerà ad Apple 100 milioni di dollari. Alla vigilia del processo l’azienda di Cupertino ha patteggiato con gli utenti ingannati dalle applicazioni che consentivano ai minori di installare giochi gratis (free), salvo poi offrire contenuti e aggiornamenti a pagamento (premium).

La causa era stata intentata nel 2011 da cinque genitori californiani, i cui figli avevano scaricato applicazioni freemium sui propri dispositivi, ingannati dall’iniziale offerta gratuita. Gli upgrade a pagamento poi erano attivabili senza reinserire il codice di sicurezza. Puffbacche e aggiornamenti in-app sono costati a mamma e papà da 99 fino a 1400 dollari. Di qui la class action che ha portato Apple ha risarcire tutti gli utenti incappati nella trappola.

Si contano circa 23 milioni di utenti “ingannati” ai quali Apple offrirà buoni da spendere nell’App store o contanti a chi chiede un risarcimento superiore ai 30 dollari.

Quanto al disguido tecnico con le password è stato risolto con l’aggiornamento del sistema operativo e un apposito capitolo dedicato a genitori e minori nelle linee guida per la sicurezza degli acquisti online.

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