“Apple non paga le tasse”. La protesta arriva a Torino

"Apple non paga le tasse". La protesta arriva a Torino
“Apple non paga le tasse”. La protesta arriva a Torino

TORINO – “Apple non paga le tasse” questa la ragione che nei giorni scorsi a portato molti cittadini ad aderire all’iniziativa di Sinistra Italiana, Possibile e Oxfam Italia e a incontrarsi per protestare davanti all’Apple Store di Torino al grido di “Think different, pay in Italy”.

Il noto brand di Cupertino, secondo le dichiarazioni di Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sel, è reo di aver versato al fisco italiano solo 4 milioni di euro di tasse a fronte di entrate per oltre un miliardo di euro. Infatti, il reddito generato in Italia da Apple non è adeguatamente tassato e questo causa una perdita fra i 2 e i 3 miliardi di euro per le casse italiane.

Come per altre multinazionali del digitale, anche per Apple, i rappresentanti di Sinistra Italiana, Possibile e Oxfam Italia chiedono maggiore trasparenza nella rendicontazione delle tasse pagate e suggeriscono sanzioni più aspre per contrastare i paradisi fiscali europei dove molte imprese si sono stabilite.

Ma non è un problema solo italiano, lo stesso sindaco di Cupertino già un anno fa – a maggio 2016 – aveva dichiarato guerra alla Apple che non sembrava voler sborsare un centesimo per sostenere la crescita e lo sviluppo della stessa città nella quale ha sede, eludendo anche in quella occasione le tasse. Secondo uno studio di un gruppo no-profit esperto in politiche fiscali, grazie ad un meccanismo di intrecci societari offshore, Apple, riesce a bypassare l’aliquota fiscale federale del 35% e a non pagare i 59,2 miliardi di dollari che dovrebbe al fisco americano.

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