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Australia, Facebook blocca la condivisione delle news per non pagare chi produce notizie: la protesta eclatante

Facebook ha bloccato l’accesso agli utenti in Australia: non potranno condividere news e link sul social. Una protesta della società di Mark Zuckerberg contro una nuova legge che impone alle piattaforme digitali di pagare per la condivisione di notizie.

Australia, Facebook blocca l’accesso: la protesta contro il News Media Bargaining Code

Il parlamento australiano ha introdotto la News Media Bargaining Code, legge che impone alle piattaforme digitali di pagare per la condivisione delle news. Un disegno di legge che era in discussione ormai da qualche settimana, e per il quale Facebook aveva minacciato azioni eclatanti, come il blocco delle condivisioni di news e articoli.

L’iniziativa è in contrasto con Google, che nei giorni scorsi ha trovato degli accordi con gruppi di media, tra cui News Corp di Rupert Murdoch.

Il primo ministro australiano Scott Morrison ha affermato che l’iniziative mostra che le aziende tecnologiche “pensano di essere più grandi dei governi e che le regole a loro non dovrebbero essere applicate”. Nel frattempo altri hanno definito la mossa di Facebook “un assalto a una nazione sovrana” e un “abuso di potere”.

Facebook bloccata in Australia, le reazioni. “Azienda non compatibile con la democrazia”

Reazioni anche a livello internazionale: un politico democratico Usa ha affermato che “Facebook non è compatibile con la democrazia“. Gli hashtag #DeleteFacebook and #BoycottZuckerbergha hanno iniziato rapidamente a fare tendenza sul sito concorrente Twitter.
 
Dopo il blocco agli utenti australiani, il governo ha avuto parole durissime nei confronti del social, accusato di aver reso più facile per i pedofili farla franca con la condivisione di materiale pedopornografico sulla piattaforma. 

In risposta un portavoce di Facebook ha dichiarato: “Abbiamo tolleranza zero per qualsiasi comportamento che sfrutti i bambini e lavoriamo a stretto contatto con le forze dell’ordine in Australia e in tutto il mondo per segnalare e rimuovere contenuti pericolosi”.

La decisione, senza precedenti, ha inoltre impedito agli utenti australiani di accedere a informazioni vitali nel mezzo della pandemia di coronavirus, riguardo alle pagine di salute pubblica, beneficenza e servizi di emergenza anch’esse bloccate.

L’ex Ceo australiano di Facebook, Stephen Scheele, ha accusato il gigante dei social media: vietando le news e i link ha tentato di “prevaricare e intimidire” il paese.

Quando i nove milioni di australiani accedono ad account di news, anche di siti stranieri, su Facebook, leggono il messaggio “nessun post disponibile”. Non possono visualizzare alcuna notizia.

La senatrice dei Verdi, Sarah Hanson-Young, ha affermato: “Bloccare improvvisamente le news australiane consente al contempo l’incitamento all’odio e le pericolose teorie del complotto. Facebook ha appena confermato che in realtà è solo FakeBook”.

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