PARIGI – Charlie Hebdo torna in edicola con una tiratura di un milione di copie. E dopo la strage di Parigi non ci vuole un mago per capire che le venderà tutte. Mercoledì 14 gennaio la rivista sarà regolarmente in edicola, e con una tiratura aumentata di 10 volte dalle abituali centomila. “E’ il modo dei sopravvissuti di rendere omaggio a quelli che non ci sono più. E’ il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l’hanno fatta”, ha dichiarato ai media l’avvocato del magazine satirico, Richard Malka, confermando una notizia che circolava fin da stamattina.
La decisione della redazione, ha aggiunto, è stata unanime, senza alcuna esitazione, fondata su una forte determinazione a non arrendersi a integralismo e violenza. “E’ molto duro, siamo tutti qui con la nostra pena, il nostro dolore, le nostre paure. Ma lo faremo lo stesso, perché la stupidità non deve vincere – ha spiegato in tono commosso Patrick Pelloux, medico d’urgenza e cronista di Charlie Hebdo, tra i primi ad accorrere ieri sul luogo della sparatoria – Charb diceva sempre che il giornale deve uscire a tutti i costi”.
Un impegno onorato senza sosta fino al 7 gennaio, nonostante le minacce, la scorta di polizia, e i conti spesso in rosso. Il prossimo numero di Charlie Hebdo, hanno spiegato i due rappresentanti della redazione, sarà un’edizione ridotta, di sole otto pagine, ma di grande importanza per il suo valore simbolico. I contenuti saranno realizzati “unicamente dal piccolo gruppo di superstiti” dell’attacco di ieri, ma la produzione beneficerà dell’aiuto logistico di numerosi attori della stampa d’Oltralpe.
“Non abbiamo più mezzi, non una matita, non un computer. Non abbiamo più una sede, non abbiamo più niente. Ma per fortuna la solidarietà si mobilita – ha detto ancora Malka -. E grazie a questa solidarietà le cose diventano possibili, e la speranza, quella, la possiamo mantenere in un angolo del nostro cuore, che non è ancora totalmente morto”.
I primi ad offrire il loro aiuto, già ieri sera, sono stati i gruppi di radio e tv pubblica, Radio France e France Television, e Le Monde, che in una nota congiunta hanno annunciato che metteranno a disposizione “tutti i loro mezzi umani e materiali” per consentire a Charlie Hebdo di “continuare a vivere”.
L’8 gennaio è stata la volta del quotidiano Liberation, che ha offerto di ospitare il lavoro della redazione nei suoi locali, fino a quando la sede dove è avvenuta la sparatoria resterà sigillata dalla polizia. Un rilevante aiuto finanziario è arrivato poi dall’Unione degli editori di giornali e da Google, che contribuiranno ai costi di produzione del prossimo numero della rivista satirica con 250 mila euro ciascuno, presi da fondi per lo sviluppo della stampa e l’innovazione digitale. Il gruppo di distribuzione PressTalis, infine, ha deciso di rinunciare a tutte le commissioni sulla diffusione delle copie di Charlie Hebdo.