Claudio Lippi: “Ammiro Renzi, ma sono stati gli hacker”

Claudio Lippi: "Ammiro Renzi, ma sono stati gli hacker"
Claudio Lippi

MATERA – “Ammiro Renzi, ma a scrivere quei tweet sono stati gli hacker”. Così Claudio Lippi dal suo letto di ospedale a Matera prova a fare chiarezza su quei cinquettii allarmanti che nella giornata di ieri, 4 gennaio, sono rimbalzati su tutti i social e le testate giornalistiche. Messaggi in cui si parlava della sua “urgente necessità di comunicare” col premier Matteo Renzi. E addirittura di una “questione di vita o di morte”. Ma il conduttore, tuttora ricoverato nell’ospedale lucano dopo il malore che lo ha colpito la sera di San Silvestro, smentisce i toni allarmistici dei messaggi successivi. “Ne riconosco solo uno in cui chiedevo a Renzi di incontrarlo”.

Raggiunto al telefono dall’Ansa Lippi ha fatto infine chiarezza: “E’ vero mi piacerebbe incontrare il premier Renzi, perché sono incuriosito dal suo modo di comunicare. Ma sul mio profilo Twitter ho scritto un unico messaggio, che adesso neanche si trova più: ‘Se qualcuno ha modo di mettermi in contatto con Renzi – avevo scritto – vorrei parlare con lui’. Non era un appello, ma una richiesta. Gli altri messaggi, probabilmente, sono opera di un hacker, o qualcuno mi ha sottratto il telefono mentre facevo degli esami”.

Ha spiegato così il piccolo caso scoppiato sui social: “Ho scritto in un momento di noia. Sto meglio, aspetto di essere finalmente dimesso dopo il rammarico di aver dato forfait ad un appuntamento al quale tenevo molto (il famigerato show di Capodanno su RaiUno, ndr). E mi sono incautamente avventurato in qualcosa che non immaginavo potesse diventare un’arma a doppio taglio. Vorrei incontrare Renzi, mi interessa come comunicatore, anche perché non mi appartiene giudicarlo sotto altri profili. Lavoro da 50 anni e mi sono sempre interessato alla comunicazione, nelle sue varie applicazioni, e sono incuriosito dal modo di comunicare del premier: non sapendo come raggiungerlo, ho pensato di usare un canale che utilizza spesso. Ho una personale raccolta di primi ministri con cui ho avuto occasione di entrare in contatto: con Berlusconi ho lavorato per vent’anni, ma non l’ho più incontrato dal ’94”.

Dopo il primo tweet, però, sul profilo di Lippi ne sono comparsi altri, immediatamente rimbalzati in rete. All’1.43 qualcuno scriveva al suo posto: “Caro Matteo, ho urgente bisogno di comunicare con te”. Per poi aggiungere un minuto dopo: “Ti assicuro che sei determinante per la mia vita”.

“Non sono opera mia – ribadisce Lippi – evidentemente si è inserito un hacker che ha rubato il mio profilo. Non saprei neanche come cancellarli. Riconosco che ho trovato un’infinità di messaggi di auguri, e questo fa piacere, ma se in compenso si rischia di subire situazioni che montano sul nulla, allora… In buona fede, non ci avevo proprio pensato. Ma ora mi sembra corretto dire l’unica verità”.

Dopo questa esperienza, Lippi rivela di aver avuto “l’istinto di lasciare Twitter. Ma visto che sono in buona fede, lo uso relativamente, leggo quello che bonariamente mi scrivono, resto. Cancellarsi sarebbe come una confessione di torto. Insomma rimango, ma starò più attento”.

Interpellato sulle condizioni di salute del conduttore che ha 70 anni, Giancarlo Calculli, primario della cardiologia-Utic dell’ospedale di Matera ha spiegato che “Lippi resta in osservazione ma sta bene” e non ha escluso che possa essere dimesso giovedì mattina” o già nel giorno dell’Epifania.

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