Copyright, piattaforme e aggregatori pagare Copyright, piattaforme e aggregatori pagare

Copyright, piattaforme e aggregatori dovranno pagare uso contenuti altrui

Copyright, piattaforme e aggregatori pagare
Copyright, piattaforme e aggregatori dovranno pagare uso contenuti altrui (foto Ansa)

ROMA – Con 14 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astenuti, la commissione Giuridica dell’Europarlamento ha approvato la sua proposta per aggiornare la legislazione Ue sul diritto d’autore [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], chiedendo che artisti, giornalisti ed editori siano remunerati per il loro lavoro dalle piattaforme di condivisione e dagli aggregatori di notizie.

Il testo adottato dalla commissione giuridica, tra le altre cose, limita gli elementi di un articolo di informazione che gli aggregatori di notizie possono condividere senza la necessità di pagare i diritti al detentore del copyright. Inoltre, il testo esige che le piattaforme online di condivisione paghino i contenuti che pubblicano ai detentori dei diritti oppure che il materiale coperto da copyright sia bloccato e rimosso in caso di mancato pagamento.

La proposta della commissione Giuridica dell’Europarlamento prevede anche la possibilità per gli autori di reclamare una remunerazione addizionale, quando la remunerazione concordata originariamente è “sproporzionatamente” bassa rispetto ai benefici di chi sfrutta i diritti. Il testo, che nelle sue parti più controverse è stato approvato di stretta misura, ora passerà alla plenaria dell’Europarlamento, prima di avviare i negoziati con i governi dell’Ue.

Il sito Key4Biz spiega nello specifico quello che accadrà:

“Due le misure proposte dai membri del Comitato: da una parte si potrebbero tassare i link (o “Link tax”), costringendo le piattaforme ad acquistare licenze dagli editori per poter pubblicare i contenuti ed i link caricati, anche in caso di semplici stralci (anteprime, snippet) o caricati dagli utenti stessi (articolo 11, “Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale”); dall’altra si è deciso per l’attivazione di un filtro da applicare al caricamento di contenuti, di tutti i contenuti pubblicati nell’Unione europea (articolo 13, “Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiali caricato dagli utenti”)”.

In molti hanno criticato questa nuova impostazione giuridica del copyright. Tra le celebrità che sono scese in campo ci sono Jimmy Wales, cofondatore di Wikipedia e Brester Kahle, fondatore dell’Internet Archive.

La parte che viene fortemente contestata è quella dei filtri destinati a piattaforme come YouTube Instagram e eBay. In base a questa decisione, infatti, sarebbe necessario incrociare tutti i contenuti multimediali caricati online con un database delle licenze di copyright: questa misura viene considerata estrema perché andrebbe a colpire  proprio le libertà fondamentali della rete, favorendo allo stesso tempo il controllo degli utenti e la censura.

Spiega ancora Key4Biz:

“I deputati europei, però, sono convinti del contrario, cioè grazie ad un aggiornamento del copyright sarà possibile valorizzare, tutelare e accrescere ulteriormente il mercato editoriale e le industrie della cultura e della creatività, senza dimenticare quella che resta una delle priorità per l’Ue, il mercato unico digitale”.

 

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