Corriere della Sera: giornalisti in cassa integrazione, prima volta in 137 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Luglio 2013 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Corriere della Sera: giornalisti in cassa integrazione, prima volta in 137 anni

Palazzo Rizzoli, sede del Corriere della Sera (Ansa)

MILANO – Per la prima volta in 137 anni di storia i giornalisti del Corriere della Sera vanno in cassa integrazione. È questa la notizia senza precedenti che trapela da un articolo del Sole 24 Ore: “Il Corriere verso lo stato di crisi”.

Che il quotidiano di via Solferino andasse in stato di crisi era già implicito nella politica dei prepensionamenti che il Cdr aveva accettato.

Ma la cassa integrazione può non rivelarsi una “semplice formalità”: se i conti del Corriere continueranno a non quadrare, il primo giornale d’Italia non avrà i soldi per pagare i prepensionamenti:

“Al Corriere della Sera si va verso lo stato di crisi. Giovedì sarebbe infatti prevista una riunione al Ministero del Lavoro per formalizzare la partenza della procedura. Per dare l’inizio allo stato di crisi sarebbe emersa anche la necessità di ricorrere alla cassa integrazione: una formalità tecnica richiesta dal Ministero per dare l’avvio. Si tratterebbe dunque di un giorno a testa (spalmato sui due anni) per gli oltre 300 giornalisti del quotidiano del gruppo editoriale di via Solferino. Con lo stato di crisi partirà il processo di ristrutturazione e di tagli interni che, in base a quanto già deciso con i sindacati, ha definito i prossimi passaggi: con l’uscita di oltre 70 giornalisti (37 in uno primo momento e altre 35 in una seconda fase) nel giro di 4 anni”.

L’unica buona notizia per i giornalisti del Corriere è che dalla storica sede in via Solferino non si trasloca più:

“Nel frattempo sono al vaglio del management le offerte sull’immobile milanese di via San Marco del gruppo Rcs. Il palazzo di via Solferino, dove lavorano i giornalisti del Corriere della Sera, è invece escluso dal perimetro di cessione. Secondo le indiscrezioni tra i soggetti interessati ci sarebbero diversi gruppi immobiliari e gruppi finanziari. Circolano i nomi di Hines, Prelios e Blackstone. Il valore dell’immobile è di circa 150 milioni. Il deal dovrebbe concludersi entro fine anno”.