Download illegale: i “Cyberlocker” superano i “Torrent”

Pubblicato il 30 Agosto 2011 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA  – La pirateria digitale si evolve in fretta: il file sharing adesso si affida ai siti “Cyberlocker”, come Rapidshare o Megaupload, che permettono di caricare file multimediali sui server e di condividerli tramite link, sia legalmente che illegalmente. Secondo MarkMonitor, azienda americana che si occupa della tutela e della difesa dei marchi, questi siti hanno decisamente superato la tecnologia “peer to peer”, p2p, alla base di Torrent e affini.

La conferma arriva dalla classifica dei 10 siti di file sharing più cliccati in lingua inglese stilata da Torrentfreak.com, che vede ai primi 5 posti i “Cyberlocker” e in cui solo The Pirate Bay e Torrentz.eu sono i torrent che riescono timidamente a conquistare due posizioni. Il primo posto della classifica se l’è aggiudicato 4shared, con 55 milioni di utenti unici al mese e 2,5 miliardi di pagine visitate, seguito da Megaupload con 37 milioni di utenti e Mediafire, che si attesta a 34 milioni. Solo quinti è invece Rapidshare, sebbene sia il più famoso cyberlocker in rete, con 23 milioni di utenti che ogni mese visitano le sue pagine.

La fortuna i cyberlocker la devono comunque alle misure prese dai governi per arginare il fenomeno della pirateria digitale: così come la chiusura di Napster nel 2001 favorì l’ascesa dei p2p, ora con la chiusura di The Pirate Bay e le norme per regolare il peer to peer si sta favorendo l’ascesa dei cyberlocker. Chiudere i siti non sarà dunque mai una soluzione al problema del file sharing illegale, nel mondo della pirateria digitale dove le parole d’ordine sono evoluzione e condivisione, come testimoniano i 183 milioni di utenti mensili dei soli 5 siti di file hosting più visitati.  Come ha spiegato la MarkMonitor, è difficile credere che tutti questi utenti usino i cyberlocker per scaricare legalmente da internet i file delle aziende per cui lavorano.