Diffamazione: ok risarcimento su lite temeraria e norma “Concita”

Diffamazione: ok risarcimento su lite temeraria e norma "Concita"
Diffamazione: ok risarcimento su lite temeraria e norma “Concita”

ROMA – Diffamazione: ok risarcimento su lite temeraria e norma “Concita”. La Camera ha superato l’ultimo scoglio della nuova legge sulla diffamazione a mezzo stampa (giornali, tv e stampa online, no blog), quella che inasprisce le multe per i giornalisti ma evita loro il carcere se condannati. Mancava da definire la disciplina per le liti temerarie (articolo 5 della proposta di legge), quelle cause infondate cioè considerate un ulteriore forma di intimidazione. Il codice di procedura penale viene pertanto modificato all’articolo 96: il rischio di dover pagare in caso di manifesta infondatezza della richiesta danni è il deterrente scelto dal Parlamento.

Il giudice dovrà tener conto dell’entità della richiesta risarcitoria da parte dei promotori della lite temeraria. Tecnicamente, è stato bocciato un emendamento soppressivo dell’Udc, soppressivo appunto dell’emendamento che regolava la lite temeraria. L’agenzia Public Policy riferisce sul dibattito.

Il deputato Rocco Buttiglione (Ap) argomentando il suo voto favorevole (all’emendamento soppressivo, ndr.) aveva parlato di un “privilegio a favore della categoria dei giornalisti”. Subito dopo il deputato Pd Franco Vazio (Pd) aveva difeso l’articolo parlando di giusta tutela a favore di giornalisti intimiditi. Anche Daniele Farina (Sel) aveva parlato di “intimidazione e condizionamento” da scongiurare. Forza Italia, nel corso del dibattito sull’emendamento, aveva annunciato il suo voto di astensione a causa della “materia delicata”. Contrari alla soppressione dell’articolo i deputati del Movimento 5 stelle “perché – aveva spiegato Andrea Colletti – negli ultimi anni abbiamo visto troppe querele temerarie e intimidatorie verso i giornalisti e la libertà d’espressione”. (Public Policy).

La nuova legge conterrà anche la cosiddetta norma Concita, in riferimento alla giornalista Concita De Gregorio de L’Unità che, essendo fallito nel frattempo il quotidiano, s’era vista accollare il risarcimento per una causa per diffamazione persa appunto dal giornale. La norma prevede che i giornalisti nella stessa situazione vengano considerati automaticamente creditori privilegiati nel caso di fallimento del giornale. Liana Milella su Repubblica riassume il quadro normativo.

Da oggi, se la legge passa, i giornalisti faranno i conti con una nuova e ferrea regola, quella della rettifica obbligatoria, senza commento e senza risposta, che potrà evitare una successiva causa. Ma anche con un sistema di multe stringente. Un minimo di 5mila euro, anche per una diffamazione semplice, con un tetto a 10mila. Ma, di fronte a una notizia volutamente falsa, ecco il tetto di 50mila. (Liana Milella, La Repubblica).

 

Gestione cookie