Diritto all’oblio (impossibile). Sito “Hidden from Google” ripubblica dati rimossi

Diritto all'oblio (impossibile). Sito "Hidden from Google" ripubblica dati rimossi
Diritto all’oblio (impossibile). Sito “Hidden from Google” ripubblica dati rimossi

ROMA – Diritto all’oblio (impossibile) online. Sito ripubblica dati cancellati da Google. A proposito del “diritto all’oblio” imposto a Google, cioè la cancellazione (deindicizzazione) delle informazioni (“inadeguate, obsolete o irrilevanti”) su richiesta degli utenti europei a partire dal giugno scorso, è davvero difficile credere che l’ingiunzione della Corte di Giustizia sortisca gli effetti desiderati.

Dagli Stati Uniti, ad esempio, giunge la notizia dello sbarco in rete del sito “Hiddden from Google” (nascosto da Google), lanciato dal programmatore del New Jersey, Afaq Tariq: in pratica, il sito colleziona e ordina tutti gli articoli espunti dal motore di ricerca. La motivazione appare addirittura, in certa misura, nobile, libertaria.

La rimozione dei link riguarda solo il motore di ricerca della nazione di riferimento: la notizia resta dunque leggibile sia sul sito «originale» sia sui motori Google degli altri Paesi. È questo che ha permesso ad Afaq Tariq di costruire la piattaforma dei «dati censurati».

“Hidden from Google» ha un approccio partecipativo e aperto, ovvero chiunque sia in grado di recuperare una voce cancellata con il relativo link, può includerlo nell’elenco compilando un modulo. Lo scopo, si legge sul sito, è «tenere traccia dell’attività di censura su Internet. Spetta all’utente decidere se le nostre libertà vengono rispettate o violate dalle recenti sentenze europee”. (Serena Danna, La Repubblica)

Del resto è la stessa Google che ammette l’imbarazzo di essere contemporaneamente “giudice e giuria” su quanto debba essere rimosso. Se è giusto compiacere l’utente che voglia veder cancellata una notizia, per esempio diffamatrice, che lo riguardi, lo è anche nel caso di un pedofilo per una condanna ormai “obsoleta” (Google ha accettato la richiesta di oblio del portoghese Carlos Silvino, condannato per abuso su minori con una sentenza di 18 anni)?

La stessa battaglia ingaggiata dall’Europa è nata su presupposti scientifici contraddittori:

Nel novembre del 2012, l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (Enisa), istituzione dell’Unione europea, ha pubblicato uno studio in materia. I risultati, recapitati alla commissione che ha emanato la sentenza del 13 maggio, parlano chiaro:

“Una volta che l’informazione è stata pubblicata, è di fatto impossibile prevenire o vietare — da un punto di vista tecnico — la creazione di copie non autorizzate. In un sistema aperto come internet il diritto all’oblio non può essere tecnicamente esercitato”. (Serena Danna, La Repubblica)

 

 

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