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Enzo Baldoni: una polemica giornalistica di 10 anni fa

di admin |26 Agosto 2014 0:00

ROMA – Il 26 agosto 2004 fu ucciso in Iraq Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista freelance. Nel giorno del decennale della sua morte sono riapparsi sui social network i titoli che gli dedicò il quotidiano Libero, all’epoca diretto da Vittorio Feltri. Libero, con editoriali di Feltri e di Renato Farina, fece una campagna contro Baldoni, dedicandogli prime pagine dal titolo “Vacanze intelligenti”, “Il pacifista col kalashnikov” e, nel giorno della morte “Colpo in testa a Baldoni – I terroristi islamici uccidono il giornalista italiano che cercava brividi in Iraq – I rapitori non hanno esitato a sparargli anche se era amico loro e antiberlusconiano”.

Repubblica ha intervistato la vedova di Baldoni, Giusi Bonsignore, che ha attaccato Libero e l’ex capo della Croce Rossa Maurizio Scelli:

Dopo dieci anni è venuta a delle conclusioni su cosa successe?
“Certo. Enzo partì con un convoglio della Croce Rossa per portare aiuti a Najaf assediata, senza viveri né acqua. La sua auto era in testa alla colonna di aiuti col suo autista e interprete iracheno, Ghareeb. A Najaf, Enzo scese dall’auto con una pettorina della Croce Rossa e una bandiera bianca e attraversò la città a piedi facendo strada agli aiuti. Consegnati i viveri e soccorsi ai feriti, ripartirono, sempre con Enzo capo colonna. Ma una mina esplose sotto la sua auto: Enzo fu rapito e Ghareeb ucciso. Qui vorrei sottolineare i due fatti che per me hanno portato, al rapimento e all’uccisione di Enzo”.

Quali?
“Dopo lo scoppio il convoglio Cri non si fermò a raccogliere Enzo e Ghareeb, ancora vivi. Furono abbandonati. Pur a conoscenza dei fatti, la Croce Rossa, attraverso il suo commissario straordinario Scelli, diffuse notizie false che volevano Enzo in giro alla ricerca di interviste impossibili. Tacere a noi dell’esplosione è stata un’omissione molto grave. Quel che poi ritengo abbia contribuito ad armare la mano dei suoi assassini è stata la denigrazione e lo scherno di giornali come Libero: impossibile dimenticare la ferocia, durante la sua prigionia, di due articoli titolati Vacanze intelligenti e Il pacifista col kalashnikov . Mentre era in mano ai rapitori mio marito non ha avuto in patria il sostegno che in Francia fu invece dato a Chesnot e Malbrunot, giornalisti sequestrati in contemporanea, e dagli stessi terroristi, poi liberati. Non voglio dimenticare i nomi di chi scrisse questi articoli: Vittorio Feltri e Renato Farina. Il secondo, probabilmente in preda a incubi notturni, ci scrisse poi un’inaccettabile lettera di scuse. Non abbiamo mai risposto”.

Ecco alcuni estratti degli articoli che Libero dedicò a Baldoni:

E questo sarebbe giornalismo di sinistra? Vogliamo dirlo: è un simpatico pirlacchione. Lo scriviamo tremando. Sappiamo che ci sono moglie, genitori e fratelli in lacrime. Desideriamo gli sia restituito vivo e vegeto. Evitiamoci le tirate patetiche però. Signori di Al Qaeda, proprio dal vostro punto di vista, non vale la pena di ammazzarlo. Restituitecelo, farà in futuro altri danni all’Occidente come testimonial della crudeltà capitalistica. Vedendo com’era attrezzato, i rapitori hanno dubitato fosse davvero un giornalista.
Renato Farina, 24 agosto 2004

Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all’impulso delle proprie passioni insane per l’Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune.
Vittorio Feltri, Libero, 27 agosto 2004

Enzo Baldoni e i titoli di Libero di 10 anni fa
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Enzo Baldoni e i titoli di Libero di 10 anni fa
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