Esiste uno storytelling dell’innovazione in Italia? Rispondono i protagonisti dell’aperitivo digitale SocialCom

Roma – Si è svolto ieri sera, nella splendida cornice dell’IQOS Embassy di Roma, concept store dedicato all’avveniristico dispositivo IQOS™, sistema rivoluzionario sviluppato da Philip Morris International che scalda e non brucia il tabacco, emettendo un aerosol senza combustione, fumo o cenere, il 5° aperitivo digitale SocialCom.

Storytelling, futuro del digitale e del nostro Paese,  questi i temi affrontati che hanno dato vita a un dibattito su come un Paese che vuole innovarsi debba comunicare la sua voglia di mutamento e di come gli strumenti del web e lo storytelling sappiano in questi casi essere decisivi.

Quello che emerso, come raccontano su SocialCom, è però un Paese in difficoltà che avrebbe tante cose da dire ma che non riesce a farlo e soprattutto non riesce a unire tutte quelle anime che di questo storytelling dovrebbero essere le protagoniste.

“Oggi gli occhi del mondo erano puntati sul Salone del Mobile di Milano, eppure le metropolitane erano bloccate. In stazione c’erano migliaia di persone bloccate che non sapevano come muoversi. Ecco, sicuramente questo non può contribuire nel costruire uno storytelling sull’innovazione così come l’incapacità di aziende pubbliche e private di mettersi insieme per fare open innovation.

Ma nonostante la situazione politico-economica del Paese, non mi rassegno. Abbiamo tantissime eccellenze e vanno raccontate. Non parlo solo di moda o food, pensate all’Istituto Italiano di Tecnologia, ad esempio”.

Dichiara Andrea Prandi –  fondatore di Smartitaly, associazione che ha tra i suoi obiettivi quello di trovare giovani talenti italiani, con una lunga carriera prima come giornalista, poi in Edelman, ha lavorato con Omnitel/Vodafone e Indesit. Per 12 anni Direttore comunicazione e relazioni esterne di Edison, è stato anche membro dell’Unità di missione governativa per l’Agenda Digitale – tra i relatori dell’evento.

“E’ vero che non riusciamo a raccontare quanto di buono facciamo.”

Continua Piero Tatafiore, Responsabile comunicazione corporate del gruppo Maccafferi, holding bolognese che investe in settori diversi: ingegneria ambientale, energia immobiliare, tabacco, alimentare e agroindustria.

“Indipendentemente dal colore del governo le istituzioni non riescono a produrre un racconto univoco e nemmeno Confindustria ci riesce. Manca un’unità e questo complica ancora di più le cose. Come possiamo raccontare un’Italia che cambia, considerato che cambia a macchia di leopardo?

Siamo il Paese delle 100 città, è impossibile creare un unico storytelling.”

 

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