Facebook, Google e Twitter sotto torchio dei parlamentari inglesi per post antisemiti

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Dicembre 2017 - 05:55 OLTRE 6 MESI FA
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Facebook, Google e Twitter sotto torchio dei parlamentari inglesi per post antisemiti

LONDRA – I dirigenti di Twitter, Facebook e Google sono stati criticati dai parlamentari britannici per non aver risposto alle preoccupazioni riguardanti violenti post antisemiti. Yvette Cooper, presidentessa della commissione ristretta per gli Affari Interni, ha chiesto di conoscere il motivo per cui non è stata presa nessuna azione in seguito a precedenti indagini sugli offensivi post.

Evidenziando una serie di tweet antisemiti di cui aveva riferito ma che non erano stati cancellati, la Cooper ha domandato:”Che cosa dobbiamo fare per convincerli a smettere?”, scrive il Daily Mail.

L’udienza si è svolta il giorno successivo in cui Twitter ha sospeso una serie di account, tra cui quello della vice leader di Britain First della Gran Bretagna, Jayda Fransen, che ha acquisito notorietà dopo aver postato tre video anti-musulmani ritwittati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Altri account che sembrano essere stati sospesi per violazione delle nuove regole, sono @BritainFirstHQ e quello del leader Paul Golding, @Goldingbf.

La Cooper ha detto che non è stata intrapresa alcuna azione contro i tweet antisemiti, mostrati ai rappresentanti di Twitter in una precedente udienza, e che includevano offese dirette contro la deputata laburista Luciana Berger, obbiettivo ad alto profilo del trolling online, già segnalato per due volte sulla piattaforma.

Rivolgendosi a Sinead McSweeney di Twitter, vicepresidente della comunicazione per l’Europa, Medio Oriente e Africa (Emea), la Cooper ha detto: “Mi sto chiedendo cosa dobbiamo fare per toglierlo? Ne abbiamo parlato ma è ancora lì, e tutti hanno riconosciuto, anche il predecessore, che era inaccettabile. Ma è ancora lì, sulla piattaforma”.

La McSweeney ha detto di non sapere perché i tweet siano rimasti online e aggiunto: “Tornerò con una risposta sul perché siano ancora presenti”.

La Cooper ha affermato che ci sono stati una serie di violenti tweet, tra cui minacce a Theresa May e frasi razziste nei confronti di Diane Abbott, ministro ombra degli Interni, che non erano stati cancellati.

La Cooper ha contestato inoltre ai giganti della tecnologia, gli algoritmi utilizzati per raccomandare i contenuti, suggerendo che stiano contribuendo alla radicalizzazione e all’adescamento online.

Simon Milner ha aggiunto che Facebook, di cui cura la parte istituzionale per Inghilterra, Medio Oriente e Africa, sta lavorando attivamente con le comunità per combattere la radicalizzazione online.

“E’ uno dei motivi per cui abbiamo istituito l’Online Civil Courage Initiative nel Regno Unito, per capire davvero il fenomeno e vedere cosa dovremmo fare usando la tecnologia, il personale, le competenze ma al contempo come possiamo sostenere altre organizzazioni che utilizzano le nostre piattaforme”.

L’iniziativa è stata lanciata a giugno e mira a collaborare con enti di beneficenza e altre organizzazioni per aiutarle a identificare e rispondere all’estremismo. Il partito laburista recentemente ha proposto di far pagare delle sanzioni pecuniarie ai social media in caso non reagiscano prontamente a materiale offensivo che incita all’odio e alla violenza.