Facebook rimuove i post che negano l’Olocausto. Campagna contro l’antisemitismo 2.0

Facebook ha deciso di rimuovere i post degli utenti che negano l’Olocausto.

Cambio di rotta di Facebook sui contenuti che negano o minimizzano l’Olocausto. Il social network ha deciso che li rimuoverà in considerazione dell’aumento dell’antisemitismo 2.0. Un altro segnale dopo che il social ha rimosso, pochi giorni fa e a poche settimane dalle elezioni Usa, i gruppi di complottisti di estrema destra pro-Trump.

Il cambio di rotta di Facebook che rimuove i post che negano l’Olocausto

Una inversione a U rispetto a quanto pensava fino a due anni fa quando, sostenendo la scelta di mantenere la libertà di espressione della piattaforma, si era attirata una valanga di critiche. “Sono stato combattuto tra la libertà di espressione e il danno causato dal minimizzare o negare l’orrore dell’Olocausto. Il mio pensiero si è evoluto quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita”. Così spiega Mark Zuckerberg nell’annunciare il cambio di policy sui contenuti d’odio.

“Se le persone cercano l’Olocausto su Facebook, inizieremo a indirizzarli a fonti autorevoli per ottenere informazioni accurate”.

Il tema già affrontato da Zuckerberg

Due anni fa la questione era emersa in una intervista di Zuckerberg con la testata Recode. Il fondatore di Facebook aveva spiegato che il social rimuove contenuti se si traducono in danni reali, fisici o in attacchi a individui. Questo aveva scatenato un immediato coro di condanne. A partire dalla Anti-Defamation League, organizzazione ebraica contro l’antisemitismo e l’odio.

In seguito Zuckerberg – che è di religione ebraica – in una lettera alla testata aveva dovuto precisare di trovare la negazione dell’Olocausto “profondamente offensiva” e che non intendeva “difendere l’intenzione delle persone che lo fanno’.

Poi quest’estate la compagnia aveva mosso qualche passo avanti annunciando che avrebbe messo al bando i comuni stereotipi antisemiti che raffigurano gli ebrei a capo del mondo o delle principali istituzioni.

Facebook e la lotta all’odio

“Purtroppo, nel mondo in cui viviamo stiamo assistendo al sorgere di nuove forme di odio, nonché ad un aumento di alcune delle più antiche forme di odio, compreso l’antisemitismo. Ecco perché questo cambiamento di policy”, osserva Sheryl Sandberg, n. 2 della società.

“La nostra decisione – puntualizza Facebook – è supportata dall’aumento ben documentato dell’antisemitismo a livello globale e dall’allarmante livello di ignoranza sull’Olocausto, soprattutto tra i giovani. Secondo un recente sondaggio, negli Stati Uniti tra persone di età compresa tra i 18 e i 39 anni, quasi un quarto ha affermato di credere che l’Olocausto fosse un mito, che fosse stato esagerato o di non esserne sicuri”.

“Abbiamo bandito più di 250 organizzazioni suprematiste bianche e aggiornato le nostre politiche per affrontare i gruppi di milizie e QAnon”, aggiunge Facebook in riferimento alla decisione presa di recente sulla teoria complottista di estrema destra, in un clima pre-elettorale rovente e con il faro sempre accesso sulle piattaforme tecnologiche. (Fonte Ansa)

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