Cancellarsi da Facebook non protegge i dati personali Cancellarsi da Facebook non protegge i dati personali

Facebook, proteggere i dati personali? Cancellarsi non è sufficiente

Cancellarsi da Facebook non protegge i dati personali
Facebook, proteggere i dati personali? Cancellarsi non è sufficiente

ROMA – Lo scandalo che ha travolto Facebook ha spinto molti utenti a chiedersi se, per proteggere i dati personali, fosse il caso di staccare la spina e chiudere l’account. Ma potrebbe non essere sufficiente, sul web comunque c’è la possibilità di essere rintracciati.

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Facebook utilizza parti di codice, che includono tag, pixel e cookie, per raccogliere informazioni e creare un profilo digitale di una persona, anche se non ha un account. Consente inoltre a migliaia di “app vampiro” di terze parti di collegarsi al social network e sottrarre i dati degli utenti. Molti scelgono di rimuovere manualmente le autorizzazioni precedentemente concesse alle singole app: un processo che richiede molto tempo e non è chiaro se ciò consentirà loro di recuperare dati già condivisi tramite terze parti.

Ciò significa che le app di terze parti potrebbero avere ancora dati sufficienti per creare un profilo digitale di un utente, anche quando si smette di utilizzarle. Il CEO Mark Zuckerberg ha ammesso che Facebook “ha commesso degli errori” che hanno portato alle accuse nei confronti della società di aver gestito male i dati degli utenti.

La società utilizza una strategia pubblicitaria “Facebook Audience Network” per promuovere annunci agli utenti mirati. I brand, dunque, possono indirizzare messaggi di marketing in base agli interessi, anche quando non si è sul sito, tramite app di altre società e mobile websites.

Possono raccogliere informazioni che vanno dall’indirizzo IP ai siti web che una persona ha visitato, il tempo che ha trascorso su un sito web e in quale sequenza sono state visitate le pagine. Facebook può utilizzare queste informazioni per tracciare le attività su diversi siti web, acquisendo informazioni sulla posizione, fascia d’età, sesso e interessi.

Al momento del suo lancio nel 2014, la società pubblicizzò Facebook Audience Network come la “potenza degli annunci di Facebook, al di fuori di Facebook”. Ma non è l’unica a utilizzare pubblicità mirata e molti, tra cui Google e Apple, affermano di farlo per garantire che i messaggi commerciali a cui si è esposti online siano pertinenti.

Collegando il profilo Facebook alle app di plug-in di terze parti presenti sul social network, molte delle quali provengono dalle stesse aziende che pagano per pubblicità mirata, di solito si concede loro l’autorizzazione ad accedere ai dati personali: nome, immagine del profilo, foto di copertina, genere, reti, nome utente e ID utente.

Alcuni temono che ciò possa includere anche altri dettagli, ad esempio l’indirizzo IP e altre informazioni identificative che possono essere utilizzate per tracciare le attività online. Da allora, Facebook ha modificato la policy che consentiva alle app di terze parti di accedere ai dati degli amici. Alcune delle app più note, che possono essere connesse al profilo, includono quelle di siti popolari come Amazon, Buzzfeed, Expedia, Etsy e Tinder.

Parte di ciò che rende Facebook e Google così preziosi è che supervisionano un’enorme quantità di dati degli utenti, di grande beneficio per i marchi. Per gli inserzionisti, vuol dire avere maggiori probabilità di ottenere una consistente percentuale di clic sugli annunci, aumentando l’efficacia delle loro campagne ma per gli utenti, significa invece rinunciare a informazioni personali su una gamma di fonti sconosciute.

Per evitare che i partner pubblicitari di Facebook seguano l’utente mentre naviga in Internet sul telefono o computer, possono essere adottate una serie di misure attraverso le impostazioni del software sul dispositivo o contattando organizzazioni non governative che applicano pratiche in materia di privacy.

Quando si tratta di app vampiro, rimuovere le autorizzazioni è il modo più efficace per far sì che non siano più in grado di raccogliere informazioni, anche se richiede molto tempo. Anche chiudendo l’account Facebook, ci sono ancora delle opzioni per scoprire quali dati, se ce ne sono, siano ancora in possesso di terze parti e chiedere che vengano eliminati; può richiedere molto tempo, poiché è necessario contattarle.

Per chi possiede un iPhone o un iPad, i passaggi per bloccare annunci mirati sono relativamente semplici. Andare su Impostazioni, cliccare su Privacy, scorrere verso il basso per cliccare su Pubblicità. Scegliere di lasciare la funzione “Limit Ad Tracking”, Limita il tracciamento degli annunci, significa che gli inserzionisti possono tenere traccia del comportamento di navigazione assegnando al dispositivo un numero identificativo univoco o un identificatore per la pubblicità.

Quando l’opzione è attiva, il dispositivo verrà rappresentato come “00000000-0000-0000-0000-000000000000”. A sua volta, sarà più difficile per le aziende pubblicitarie monitorare il comportamento di navigazione. Per chi possiede un telefono o un tablet Android, il processo è molto simile. Aprire Impostazioni, andare su Accounts and Sync, selezionare Google, quindi Annunci e infine selezionare “‘Opt Out of Interest Based Ads”, Disattiva annunci basati su interessi.

Per quanto riguarda le modifiche del browser: se si sta navigando in Internet su Google Chrome, andare su”Impostazioni” nel menu a comparsa a destra, cliccare su “Mostra impostazioni avanzate”, quindi selezionare Privacy. Infine, cliccare su “Invia una richiesta di non tracciabilità sul traffico di navigazione”, opzioni similari sono disponibili su altri browser incluso Safari di Apple.

Google, Facebook e Twitter sono solo alcune delle principali società che hanno aderito alla Digital Advertising Alliance negli Stati Uniti, alla Digital Advertising Alliance of Canada e alla European Interactive Digital Advertising Alliance. I siti web di ciascuna di queste organizzazioni contengono istruzioni su come aggiungere i dettagli ai loro schemi di “non tracciabilità”.

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